È una giornata da dimenticare per l’Atalanta, umiliata in casa da un Sassuolo cinico e spietato che si impone 3-0 e condanna i nerazzurri all’ennesima débâcle casalinga. La crisi della Dea si fa sempre più profonda: sono ora otto le partite consecutive senza vittoria in campionato, un dato allarmante che potrebbe anche mettere in discussione la posizione di Ivan Juric sulla panchina bergamasca.
Primo tempo
La partita si mette subito in salita per i padroni di casa. Al 28′ arriva l’episodio che indirizza il match: su una pressione di Pinamonti, Hien tocca di testa all’indietro ma Ahanor commette un errore clamoroso lisciando completamente il pallone invece di spazzarlo via. L’attaccante neroverde è bravissimo ad anticipare tutti e ad allungarsi la sfera, venendo poi travolto dall’uscita disperata di Carnesecchi. L’arbitro non ha dubbi: rigore netto per il Sassuolo.
Sul dischetto si presenta il capitano Domenico Berardi che con un preciso destro incrociato spiazza completamente il portiere atalantino. È l’1-0 al 29′ che gela la New Balance Arena.
Dopo lo svantaggio, l’Atalanta prova a reagire riversandosi in avanti alla ricerca del pareggio immediato. Zappacosta sulla corsia mancina è particolarmente attivo, mentre al 35′ proprio l’esterno si accentra e prova a calciare a giro col destro, ma Krstovic nel tentativo di tagliare verso il primo palo finisce per intercettare la conclusione del compagno. Al 42′ ci prova Pasalic di testa su cross dalla sinistra, ma il colpo è impreciso e il pallone si spegne sul fondo.
Nel finale di tempo arriva anche un brivido per i nerazzurri: Fadera spreca un contropiede clamoroso, calciando alle stelle a tu per tu con Carnesecchi dopo essere scappato via sulla destra. Un’occasione che avrebbe potuto chiudere i conti già prima dell’intervallo.
Secondo tempo
Juric prova a cambiare le carte in tavola inserendo De Ketelaere e Djimsiti per Ederson e Kossounou, ma il copione non cambia. Anzi, peggiora. Passano appena due minuti dall’inizio della ripresa e il Sassuolo raddoppia: bella giocata di Berardi sulla destra che mette in mezzo per Pinamonti, il numero 99 protegge palla, si gira e con un tiro da fermo trova l’angolo alto. Carnesecchi battuto, Sassuolo avanti 2-0 al 47′.
È il colpo del ko per un’Atalanta che prova comunque a rialzare la testa. Al 51′ Lookman si accentra da sinistra e calcia di potenza, Muric respinge concedendo un corner. Al 54′ è De Ketelaere a servire di testa Pasalic che sponda per l’inserimento di Krstovic sul secondo palo, ma il montenegrino viene anticipato dall’uscita di Muric. Un minuto dopo è ancora Krstovic a sprecare, calciando di prima intenzione dopo l’ennesima sgasata di Zappacosta ma mancando completamente lo specchio della porta.
Al 58′ Juric inserisce Scamacca per Krstovic nel disperato tentativo di trovare la via del gol, mentre nel Sassuolo entra Laurienté per Fadera. Ma al 66′ arriva la mazzata finale: contropiede perfetto orchestrato da Thorstvedt che innesca Berardi. Il numero 10 neroverde si invola verso la porta e con una conclusione perfetta infila Carnesecchi per il 3-0. Doppietta personale per il capitano del Sassuolo e partita definitivamente in ghiaccio.
L’Atalanta è in alto mare, completamente disfatta. Al 78′ entra anche Sulemana per Lookman, mentre al 79′ Candé stende De Ketelaere al limite dell’area beccandosi il giallo. Sulla punizione successiva ci prova proprio Scamacca, ma la conclusione finisce alta. All’83’ dentro anche Zalewski per Zappacosta, che due minuti dopo prova la conclusione a giro senza però centrare lo specchio.
L’atmosfera finale
Al triplice fischio finale è un fiume di fischi a piovere dagli spalti della New Balance Arena. La Curva Nord non risparmia critiche ai giocatori, fischiandoli sonoramente e richiamandoli sotto il settore per un confronto diretto. «Tirate fuori “gli attributi”» è il messaggio chiaro e forte che arriva dai tifosi nerazzurri, esasperati da una prestazione indegna e da una crisi che sembra senza fine.
Ma dopo lo sfogo iniziale, la Curva cambia registro: arrivano i cori di incitamento, un modo per far capire alla squadra che nonostante tutto il sostegno c’è, ma serve un cambio di passo immediato. I giocatori, a testa bassa, raccolgono il messaggio prima di rientrare negli spogliatoi.