Serata da dimenticare per l’Atalanta al Bentegodi, travolta 3-1 da un Verona finalmente vittorioso dopo tredici giornate di digiuno. Una prestazione difficile da spiegare e ancor più da accettare per i nerazzurri di Palladino, che hanno interrotto bruscamente la loro striscia positiva contro l’ultima della classe.
La Dea è apparsa irriconoscibile rispetto alle ultime uscite: spenta, poco reattiva, sempre seconda sul pallone e mai davvero entrata in partita. L’Hellas di Zanetti, al contrario, ha giocato con la fame e la determinazione di chi si gioca tutto, trascinato dalle giocate di Belghali e Giovane. Una vittoria fondamentale per i gialloblù, che abbandonano l’ultimo posto in classifica e regalano un sospiro di sollievo al loro allenatore.
Primo tempo
Il primo tempo è stato un calvario per l’Atalanta. Dopo un gol annullato al Verona al 9′ per fuorigioco di Giovane, i nerazzurri hanno provato a fare la partita ma senza mai trovare la chiave giusta. Al 17′ una punizione di Zappacosta ha creato scompiglio nell’area veronese, con Montipò provvidenziale prima su Hien e poi sulla ribattuta di De Ketelaere. Ma è stato un fuoco di paglia.
Al 28′ è arrivata la doccia fredda: lancio lungo per Mosquera che ha protetto palla sul fondo e scaricato di tacco per Belghali. L’esterno degli scaligeri ha saltato secco Djimsiti con un dribbling e bucato Carnesecchi con un tiro potente. Secondo gol in Serie A per lui e vantaggio meritato per il Verona.
L’Atalanta non ha reagito. Anzi, al 37′ è arrivato il raddoppio: rimessa laterale lunghissima di Frese, la difesa nerazzurra ha allontanato male e Giovane, lasciando rimbalzare il pallone, ha calciato di controbalzo con il mancino. La traiettoria deviata ha beffato Carnesecchi per il 2-0. Un primo tempo da dimenticare per la Dea: troppi errori tecnici, poca cattiveria nei contrasti e tutte le seconde palle conquistate dai padroni di casa.
Secondo tempo
Palladino ha provato a cambiare le carte inserendo Kolasinac e Scamacca al posto di Kossounou e Krstović. La reazione c’è stata solo per un soffio: al 49′ De Ketelaere ha impegnato Montipò con un colpo di testa che il portiere veronese ha salvato sulla linea.
Ma quando sembrava che l’Atalanta potesse rientrare in partita, è arrivato il tris del Verona al 71′. Episodio chiave: Samardžić (appena entrato) ha protestato per un presunto tocco di mano in area veronese, i gialloblù ne hanno approfittato per ripartire in contropiede. Giovane è andato sul fondo e ha servito Bernede che, con un tiro di potenza e precisione, ha infilato Carnesecchi nell’angolino basso. Gol convalidato dopo un lungo check del Var.
L’Atalanta ha provato a rendere meno amara la sconfitta all’81’: Scamacca ha colpito l’incrocio dei pali, l’arbitro è stato richiamato dal Var per un tocco di mano di Bella-Kotchap e ha assegnato il rigore. Lo stesso Scamacca, con grande freddezza, ha spiazzato Montipò per il 3-1 finale. Ma ormai era troppo tardi.
La situazione attuale
Prestazione difficile da spiegare e ancor più da accettare. Perdere 3-1 contro l’ultima in classifica, e in questo modo, lascia inevitabilmente più di un interrogativo. L’Atalanta oggi è sembrata spenta, poco reattiva, sempre seconda sul pallone: una squadra che non è mai davvero entrata in partita e che ha sofferto in maniera inspiegabile ogni duello e ogni ripartenza avversaria.
Si salvano davvero in pochi. Scamacca per atteggiamento e continuità nel provarci, Kolasinac per spirito e cattiveria agonistica: sono stati gli unici a trasmettere un livello di presenza e determinazione all’altezza. Il resto della squadra, purtroppo, non è girato. Troppi errori tecnici, troppa poca intensità.
Palladino dovrà lavorare per ritrovare immediatamente la squadra vista nelle ultime settimane, perché prestazioni come quella di stasera rischiano di compromettere il percorso di crescita intrapreso.




