di Xavier Jacobelli
Nella domenica del ritorno alla ribalta di Lookman, in campo solo nelle battute finali com’era logico attendersi essendo appena rientrato in gruppo, Juric firma proprio contro il Toro la grande vittoria dell’ex, liquidando i granata grazie alla migliore prestazione dell’Atalanta, imbattuta nelle prime quattro giornate di campionato con due vittorie, due pareggi, 9 gol segnati e 3 subiti.
Fulminata a Parigi nell’impari confronto con il Psg in Champions, la Dea ha rialzato subito la testa in Serie A, liquidando i granata con il tris perentoriamente firmato dalla doppietta dello scatenato Krstovic (che ha già all’attivo anche 3 assist) e dalla rete di Sulemana, ispirati dalla regia di Samardzic, schierato sin dall’inizio. Aggiungete il secondo rigore di fila parato dal fenomenale Carnesecchi, sempre più portiere da Nazionale: stavolta ha detto no a Zapata, con le stesse modalità grazie alle quali aveva neutralizzato il penalty di Barcola.
E ancora, come non applaudire Honest Ahanor, nato ad Aversa il 23 febbraio 2008, acquistato dal Genoa per 20 milioni di euro, entrato in campo a freddo per rimpiazzare Hien e protagonista di una prova da veterano, saltabeccando dalla fascia al centro della difesa. Eppure, in partenza Juric non aveva Ederson, De Ketelaere, Kolasinac, Scalvini e Scamacca; per colmo di jella, dopo undici minuti si è fermato Zalewski, dopo ventotto minuti si è arreso Hien, entrambi a causa di noie muscolari. Dove si dimostra la qualità del mercato estivo societario, ribadita dai marcatori, capaci di segnare 3 gol in 8 minuti, calando sul Toro e, soprattutto su Cairo, bordate di fischi e cori impietosi.
Per non dire della durissima contestazione andata in scena contro il presidente prima della partita e scandita dalla marcia dei cinquemila («Dopo Superga la sciagura peggiore, vattene millantatore»). Batosta a San Siro contro l’Inter, pareggio interno con la Fiorentina, vittoria in casa Roma, resa incondizionata all’Atalanta, un gol fatto e 8 subiti: dire che i granata e Baroni stiano viaggiando sulle montagne russe è un eufemismo. Tutta un’altra musica suona la Dea. I suoi tifosi le chiedevano di ridestarsi dall’incubo vissuto al Parco dei Principi: a Torino, la sveglia dei bergamaschi è stata così forte da tramortire il Toro.