di Fabio Gennari
L’errore più grande, in questo momento, è fare i conti con la straordinaria stagione che Retegui ha vissuto. I 25 gol segnati in campionato sono consegnati alla storia, ma non parliamo di un ragazzo che li ha fatti per diverse stagioni di fila, ma che è reduce da un’annata da urlo in termini realizzativi.
Un punto di vista equilibrato potrebbe essere questo: il centravanti dell’Atalanta dovrebbe essere uno in grado di garantire 15-16 gol. Questo perché si va a inserire in un gruppo che perde una certezza, ma non un pilastro pluriennale.
Che adesso serva un titolare è palese, ma l’anno scorso c’è praticamente stato sempre e solo lui in quel ruolo. Oggi invece c’è pure Scamacca. E poi cosa può dare in più Maldini? Quanto possono crescere ancora De Ketelaere e Samardzic? Kamaldeen Sulemana con Juric cosa può fare? Ci sono anche Lookman e Touré, lo stesso Pasalic. Insomma, nessuno pensa che si possa serenamente fare a meno di Retegui a cuor leggero, ma nemmeno si può considerare che i 25 gol segnati l’anno scorso siano una costante.
Adesso è il momento di scegliere bene. Non è un problema di soldi, non serve un nome altisonante, ma serve un giocatore forte, possibilmente con la testa sulle spalle. Qualcuno che in Serie A possa andare in doppia cifra e si inserisca in un meccanismo che sarà diverso dal passato, ma non per forza meno produttivo. Bisognerà essere bravi come lo si è stati con Retegui quando è stato acquistato. Perché quel giorno, a 22 milioni più 3 di bonus, era stato acquistato un ragazzo che in Italia di gol ne aveva segnati appena 9 in una stagione.