Eppure contro il vero Napoli l'Atalanta ha dimostrato che la Champions è possibile (a una condizione)
Gli errori si pagano a caro prezzo, se li commetti contro i Campioni d'Italia che Mazzarri ha riportato all'antico stile
di Xavier Jacobelli
Gli errori si pagano a caro prezzo, se li commetti contro i Campioni d'Italia che Mazzarri ha riportato all'antico stile spallettiano, sbancando Bergamo. Proprio sotto gli occhi di Spalletti, l'Atalanta si è rovinata la serata, punita dallo svarione di Carnesecchi quando la partita sembrava indirizzata su un risultato di parità che, sino al gol di Elmas, aveva rispecchiato i valori in campo.
Al primo tempo di marca partenopea, la squadra di Gasperini ha risposto pareggiando con Lookman il gol di Kvaratskhelia. Il pressing e l'aggressività dei nerazzurri sembravano avere imbrigliato la tattica accorta del successore di Garcia, al quale sono bastati dieci giorni per restaurare ll vero Napoli. Walter è soltanto all'inizio del secondo cammino, ma ha fatto vedere subito di avere le idee chiare. Cinica e spietata, la sua squadra ha colpito e affondato la Dea sfruttando l'incertezza fatale del suo portiere, alla prima cantonata stagionale e per questo, meritevole di avere altre occasioni per riscattarsi. Anche se, prima o poi, il dualismo con Musso dovrà essere risolto a favore o dell'uno o dell'altro: l'altalena non paga.
Eppure, anche se sconfitta dal Napoli e pur in assenza del perno de Roon, l'Atalanta ha dimostrato di avere un gioco tale da consentirle di puntare a un posto in Champions League. A una condizione: che cominci a vincere gli scontri con le avversarie dirette nella corsa al massimo torneo continentale. Ko con la Fiorentina, pari con la Juve, ko con Inter e Napoli: troppo poco per coltivare le ambizioni più intriganti.
Dopo la sconfitta, Gasperini ha avvertito che in alcuni ruoli dovrà fare scelte importanti. Giusto. E adesso, testa bassa e pedalare sino a giovedì, quando a Bergamo arriverà lo Sporting. In palio ci sarà il primato nel girone di Europa League e non è cosa da poco. L'importante è non sbagliare ancora.
Non si capisce cosa c'entri uno sport giocato tra squadre proprietà di privati con la sanità, che è invece gestita dallo Stato, o meglio dalla Regione. Ma un po' di possibilità di fare del qualunquismo alla signora Ornella non vogliamo negarla
Bellissimo lo sport!! davvero non è assolutamente ironico. Se dedicassimo metà fervore e impegno a curare l'aspetto della medicina, quanto i campi di calcio con le sue partite e partitelle, sono certa non avremmo più problemi di ospedalizzazioni e medici di base. in modo particolare per gli anziani.