Che fine ha fatto Saudati
«A Bergamo non è andata bene, succede di incappare in esperienze che non vanno avanti come si vorrebbe e come ci si aspetta. Non mi sono mai inserito bene nell’ambiente Bergamo e i risultati per me non sono stati buoni». Lui è Luca Saudati, nella settimana che porterà alla sfida di Empoli con la squadra di Sarri abbiamo provato a capire che fine ha fatto uno degli acquisti più pesanti e, numeri alla mano, più negativi dell’era Ruggeri. Oltre 13 anni dopo il suo sbarco a Bergamo, ecco la sua storia.
Saudati, classe 1978, arrivò a Bergamo in pompa magna nell’estate del 2001. Era il 20 di giugno, quel giorno la Gazzetta dello Sport titolava “Saudati primo colpo dell’Atalanta”. In panchina c’era Giovanni Vavassori, il presidente era il compianto Ivan Ruggeri e i fili del mercato erano in mano a Giuseppe Marotta, attuale amministratore delegato della Juventus.
Il colpo, dal punto di vista economico, è stato certamente importante visti i 18 miliardi spesi per avere il cartellino del ragazzo cresciuto nel Milan che la stagione precedente segnò 7 reti nel Perugia in 25 partite di serie A. Vavassori aveva a disposizione Rossini e Saudati sembrava l’innesto giusto per completare la coppia. Nella stessa sessione di mercato, la Dea acquisto anche Gianni Comandini dal Milan per 30 miliardi di lire e quella campagna venne dunque segnata in modo indelebile da una spesa complessiva di oltre 48 miliardi. Con il senno di poi, un autentico suicidio per le casse orobiche.
Luca Saudati non riuscì praticamente mai ad incidere sulle sorti dell’attacco nerazzurro, tra campionato e Coppa Italia sono 63 le presenze con appena 9 gol realizzati ed un dato eloquente di come il suo impatto risultò molto al di sotto rispetto alle attese per un bomber con un contratto di 5 anni da 1 miliardo a stagione: le presenze in serie A sono 25, ma alla voce reti realizzate c’è uno zero abbastanza clamoroso.
Le fortune più grandi il ragazzo nato a Milano le ottenne con la maglia dell’Empoli, 168 gare e 49 reti, prima di chiudere la carriera nel 2011 con la maglia dello Spezia: nonostante 338 presenze e 88 gol totali certifichino una buona carriera da professionista, Luca Saudati resta con Gianni Comandini uno dei rimpianti e degli errori più grandi del mercato nerazzurro dal 2000 ad oggi.
Attualmente Saudati fa l’allenatore, si occupa di ragazzini classe 2003 che giocano nella categoria Esordienti con la Fiorentina e lui stesso vive in riva all’Arno, a Firenze. Negli ultimi anni, con l’amico Francesco Flachi, ha provato anche l’avventura alla guida di un locale ma i risultati non sono stati soddisfacenti e, da pochi mesi, la sua esperienza nel “Flet” si è conclusa. «Gli affari non sono andati come dovevano – racconta Saudati - il ristorante ha subìto la crisi e, quindi, ho interrotto la mia esperienza. Peccato, ora mi occupo dei piccoli calciatori della Fiorentina, fino alla passata stagione ero il riferimento tecnico di una società dilettantistica in città ma questa nuova avventura è molto stimolante perché sono il mister».
Ma come vede la prossima sfida tra Empoli e Atalanta lui che nelle due squadre ci ha giocato seppur con risultati diametralmente opposti? «Credo che sarà una sfida complicata, sono due squadre in situazioni diverse. L’Empoli ha un ottimo allenatore e sta facendo delle buonissime cose, l’Atalanta non sta facendo quello che è riuscita a fare nelle ultime stagioni. Capita, il tempo per riprendersi comunque c’è e dal punto vista tecnico sia Colantuono che il gruppo sono una garanzia».