Gallo vs Papu e Miha vs Gasp Le due sfide dentro la sfida

Gallo vs Papu e Miha vs Gasp Le due sfide dentro la sfida
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Sarà una partita zeppa di significati quella in programma domenica 29 alle 12.30 allo stadio Olimpico di Torino. L’Atalanta affronterà una squadra quasi fuori dalla lotta europea che schiera un centravanti di livello nato a Bergamo e che, nonostante negli ultimi anni abbia pure centrato l’Europa, oggi scontenta i suoi tifosi. Atalanta-Torino non è solo nei 90 minuti di campo ma è anche il confronto tra due filosofie molto diverse: una basata sulla programmazione e l’altra sui colpi di mercato.

 

 

Il Torino, Belotti e il Cairo contestato. Il Torino di Mihajlovic in estate ha puntato tutto su Ljaic, Iago Falque e Belotti. Un attacco stellare, colpi di mercato che hanno infiammato la piazza e che tutta l’Italia delle medio piccole ha invidiato. Guardali, i granata: fanno colpi da paura. Anche in uscita, Cairo è bravissimo a cedere: Maksimovic a Napoli, prima ancora Cerci e Immobile e Darmian. E Baselli e Zappacosta presi a due soldi (secondo gli esperti del bar sport) proprio dall’Atalanta. Ad inizio gennaio, altro mercato e altro immediato colpo da prima pagina: Iturbe dalla Roma. Sai che festa per il centravanti della Nazionale. Eppure a Torino non sono contenti, i giornali punzecchiano e la piazza rumoreggia. Come è possibile? Cairo investe e prende pezzi da novanta, come mai il pubblico non è d’accordo? Tutto il mondo è paese, il calcio è bello anche per questo ma probabilmente il motivo è sempre lo stesso: se i risultati non arrivano, la politica viene considerata sbagliata. Sicuramente il presidente del Torino non lesina acquisti importanti (però nessuno si dimentichi che è molto bravo anche a fare cessioni importanti), ma c’è un dettaglio da non trascurare: il Torino, uno stadio a posto per l’Europa ce l'ha già.

 

 

L’Atalanta, il progetto e Gasperini. L’Atalanta è una cosa diversa. I 38 punti in classifica sono sotto i riflettori di tutta l’Italia ma anche senza risultati così importanti il progetto sarebbe clamorosamente evidente. Con un settore giovanile che sforna talenti (e scudetti), un mister in grado di farli fruttare e una squadra che gira a meraviglia, il sogno europeo non è un miraggio. Non è un obiettivo, ma è la naturale evoluzione delle cose. La vera vittoria di questa società è la consapevolezza di essere in quella posizione perché, dopo decenni, è normale che sia così. Lo è per prestazioni, per merito, per bravura e per dedizione alla causa. In passato non era mai accaduto, siamo dentro alla storia. Sul terreno dello stadio Olimpico, la Dea è chiamata a dare l’ennesima risposta, ma qualunque sia il segno della schedina che verrà fuori c’è da essere felici. La prestazione è ciò che conta di più, l’Atalanta da asporto di questa stagione ha quasi sempre fatto un figurone e ciò che si chiede è solo di andare avanti in questo modo. Perdere bene significa comunque mantenere un bel vantaggio sui granata, pareggiando sarebbe quasi sicuro un piazzamento tra le prime otto e vincendo il sogno continuerebbe. E scriviamo queste cose non per preparare chi legge a digerire ogni risultato; semplicemente, la vera vittoria di questo gruppo è stare lì avendone pieno merito.

 

 

Belotti e il Papu, storia di due leader. Da una parte del campo ci sarà il bergamasco Andrea Belotti, per tutti “il Gallo”. Tanti gol, una ricerca continua della conclusione e una vita sportiva dedicata alla ricerca della rete. Giocatori così sono destinati a lasciare un segno negli annali e mister Mihajlovic fa ovviamente benissimo a ruotare tutta la manovra di attacco su questo ragazzo classe 1993 per cui c’è una clausola da cento milioni di euro. Due stagioni fa, Percassi lo stimava ma non lo prese: sono scelte, vanno sempre valutate pensando al momento in cui vengono fatte. Con il senno di poi, son bravi tutti. Dall’altra parte del campo ci sarà un piccolo italo-argentino che porta sulle spalle quasi tutto il peso della pericolosità offensiva orobica: il Papu Gomez. Gol e assist a parte, il peso specifico di Gomez nel gruppo atalantino è altissimo e ogni azione da gol passa dai suoi piedi. Dalle sue scelte. Dal suo estro. I due sono molto diversi sia per caratteristiche tecniche che per modo di stare in campo, ciò che li accomuna è la capacità di essere leader per i propri compagni e la loro sarà una sfida nella sfida dentro la sfida.

 

 

Gasp e Miha, due guerrieri diversi. Uno sarà regolarmente in panchina, l’altro lo vedremo in un box dello stadio. MIhajlovic e Gasperini sono due allenatori tosti, amano il gioco d’attacco e non hanno peli sulla lingua. Nello spogliatoio come in sala stampa. La loro voglia di lottare per un risultato importante è sempre visibile, in cuor loro nessuno vuole perdere questa partita perché sono convinti che vincere può aiutarli a svoltare. Chi uscirà con tre punti dal terreno di gioco farà felice il proprio allenatore ma anche una tifoseria intera. In particolare, l’Atalanta ha bisogno di continuare ad alimentare l’entusiasmo della sua gente e tanti anni dopo l’ultima vittoria in Serie A (era 2007) ci sono tutti gli ingredienti perché venga cucinata una bella partita. Il mercato animerà i primi giorni della prossima settimana, torneremo a pensarci da lunedì: adesso c’è l’Atalanta che va in campo, una classifica da migliorare e un popolo che vuol continuare a sognare.

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