Gasperini cittadino onorario Un amore più grande del calcio
È arrivato ad inizio giugno del 2016, i nerazzurri cercavano un allenatore dopo la fine dell’esperienza con Edy Reja e per alcuni giorni si era parlato di Rolando Maran. Alla fine l’Atalanta ha preso Gian Piero Gasperini e lui, il Profeta di Grugliasco, ci ha preso per mano e ha ribaltato 112 anni di storia. Ribaltato, nel senso più pieno del termine. Da mercoledì sera mister Gasp è Cittadino Onorario di Bergamo, ma se chiedete a dieci atalantini cosa ne pensano, undici risponderanno la stessa cosa: dategli un regno, se lo merita!
Il comunicato dell’Atalanta. La decisione è arrivata mercoledì all’ora di cena e subito sul sito ufficiale dei nerazzurri sono state pubblicate parole importanti del mister nerazzurro. «È per me - ha detto il Gasp - un grande onore ed orgoglio. Aver ricevuto questo riconoscimento è un’ulteriore conferma del fortissimo legame che si è creato con la città di Bergamo, tutta la sua gente e i tifosi dell’Atalanta. Penso anche sia qualcosa che va oltre lo sport ed i risultati sportivi. È una benemerenza importantissima e il mio grazie è rivolto sia al Sindaco Gori per aver pensato e proposto la mia candidatura che al Consiglio Comunale che l’ha approvata: da oggi per me una responsabilità in più».
Il condottiero della Dea si è meritato questo importante riconoscimento con risultati a dir poco strabilianti. Ben 201 punti in 3 campionati, 140 partite nelle tre competizioni con 71 vittorie e 37 pareggi a fronte di appena 32 sconfitte cui vanno aggiunte tre qualificazioni di fila all’Europa (quarto, settimo e terzo posto) e una finale di Coppa Italia persa come tutti sappiamo lo scorso 15 maggio a Roma con la Lazio. La sua Atalanta ha stupito tutti, la sensazione che il meglio debba ancora venire è diffusa e la voglia di vedere la Dea in Champions League è già ai massimi livelli.
La decisione del Comune di Bergamo. Nel regolamento del Comune di Bergamo, la cittadinanza onoraria viene attribuita «a chi si sia particolarmente distinto nel campo delle scienze, delle lettere, delle arti, dell’industria, del lavoro, della scuola, dello sport, in iniziative di carattere sociale, assistenziale e filantropico o per rilevanti atti di liberalità, con la propria opera in favore della pacifica convivenza e della fratellanza, nonché per particolare collaborazione alle attività della pubblica amministrazione». Gasperini quindi rientrerebbe a pieno titolo nei casi determinati dal regolamento, forte dei tre straordinari campionati disputati dalla sua Atalanta.
Il sindaco Gori aveva presentato un’informativa in Giunta per dare il via all’iter di attribuzione della cittadinanza onoraria a Gasperini: la proposta era stata motivata «vista la sua professionalità, il suo grande equilibrio, la sensibilità tattica e all'organizzazione di gioco che gli vengono riconosciuti da colleghi e giornalisti» e per «la qualificazione alla Uefa Champions League, un traguardo di grande valore sportivo che aggiunge lustro e visibilità all’intera città proiettata per la prima volta in una dimensione internazionale di grande prestigio». Nella seduta di ieri sera a Palazzo Frizzoni, sede del Comune, Gori ha ricordato «i risultati molto rilevanti» che Gasperini ha raggiunto con l'Atalanta, risultati che «sono entrati nella storia della società nerazzurra e della nostra città. Credo che nel suo campo Gasperini abbia fatto molto in questi anni. E non solo per i risultati sportivi, ma per un modo creativo, positivo di interpretare questo sport, aggiungendo qualcosa alla lunga tradizione calcistica dell'Atalanta. Con la Cittadinanza onoraria desideriamo suggellare questo legame, anche affettivo, che si è creato tra Bergamo e Gasperini».
L’amore della gente per il Gasp. Il passaggio formale ufficiale in Consiglio Comunale è l’occasione per parlare ancora una volta di cosa diavolo è riuscito a combinare questo piccolo grande uomo. Gasperini e la gente dell’Atalanta hanno ormai un legame indissolubile, adesso tutta Bergamo sarà ufficialmente concittadina del tecnico, ma chi ha nel cuore la Dea ha già fatto da tempo la sua scelta. Nella storia ci sono stati tanti allenatori che, per un motivo o per l’altro, saranno ricordati per sempre, ma Gian Piero Gasperini è l’uomo che ha acceso la luce su un calcio che prima, dalle parti di Città Alta, si poteva solo sognare. Questo 61enne nato nella prima periferia di Torino ha preso per mano un popolo di innamorati e lo ha riportato in Europa. Lo ha fatto grazie a un calcio propositivo e aggressivo, supportato da una società forte che è rimasta folgorata dalla sua proposta e che lo ha protetto in forze quando quel famoso 1-0 interno contro il Palermo (21/9/2016, rete di Nestorovski) sembrava aver sancito l’esonero. È rimasto, ha vinto contro Crotone e Napoli e dopo tre anni ci ha portato con i suoi ragazzi in Champions League. Dategli un regno, forse non basta nemmeno quello. Congratulazioni mister!