Gasperini: «Di partita in partita possiamo migliorare. Infortuni? Non ci preoccupano»
Il tecnico è soddisfatto soprattutto dei nuovi (Kossounou, Samardzic e Bellanova), mentre tranquillizza tutti sugli acciaccati
di Giambattista Gherardi
Mister Gasperini si prende i tre punti e la prestazione: l'Atalanta di Coppa riaccende il suo sorriso dopo il perentorio 3-0 allo Shakhtar.
«Abbiamo fatto molto bene e l'impegno si è rivelato meno insidioso del previsto. Abbiamo avuto un approccio migliore degli avversari, anche sul piano tecnico. Bene alcuni inserimenti di calciatori nuovi, come Kossonou e Samardzic, che forse sono i più pronti. Bene anche Bellanova, che ancora fatica un po' a tenere i 90 minuti. Giocando molte partite possiamo solo migliorare. Tutti hanno avuto modo di giocare, un pò meno Palestra, su cui conto molto, e Sulemana. Oggi ho rivisto anche Godfrey, che se ha superato i suoi problemi può darci una mano».
In difesa, però, è allarme per gli infortuni...
«Sembra tutto sotto controllo: Kossonou è uscito per quelli che sembrano crampi, mentre Djimsiti ha un problema all'anca da verificare. In settimana potremmo anche recuperare Hien. Certo, con un calendario tanto fitto se uno perde dieci giorni rischia di saltare quattro partite...».
Retegui in panchina è un segnale?
«Nessun segnale, ha giocato tutte le ultime quattro e due da titolare. Normali rotazioni, anche considerando i cinque cambi, grazie ai quali gli attaccanti giocano sempre tutti».
All'inizio della ripresa è arrivata l'unica amnesia della serata, che poteva costare cara.
«Sì, poteva costarci cara. Se si ripete con frequenza questa cosa significa che c'è un problema. Dobbiamo lavorarci».
Intanto la classifica Champions è molto buona.
«È troppo presto per fare calcoli, dopo due sole partite. Oggi era importante conquistare i tre punti in trasferta dopo il pari con l'Arsenal, ma la strada è lunga».
E sabato arriva il Genoa.
«Dovremo essere al massimo, altrimenti in Serie A si soffre contro chiunque. Giochiamo al sabato e non alla domenica, come mi sarei aspettato. Ma non deve essere un alibi: saremo pronti».