Discussione aperta

Gasperini non si tocca, ma che cosa è successo quest'anno all'Atalanta?

Nessuno ha meriti più grandi dei suoi, ma le indicazioni che ha dato su mercato e staff non si sono dimostrate azzeccate. Servono nuovi stimoli

Gasperini non si tocca, ma che cosa è successo quest'anno all'Atalanta?
Pubblicato:
Aggiornato:

di Fabio Gennari

C’è una certezza, granitica e fissata nei numeri delle straordinarie stagioni vissute da Gasperini al timone dell’Atalanta: il mister di Grugliasco è il miglior allenatore della storia della Dea. Nessuno aveva mai portato la squadra a livelli simili, mai si erano viste con continuità prestazioni, risultati e piazzamenti in classifica così importanti. È tutto oggettivo, sentenziato dai numeri, inattaccabile. Però basta partire proprio da questo per ribadire un concetto: Gian Piero Gasperini deve fare solo e soltanto l’allenatore. Anzi, paradossalmente più giocatori da “svezzare” e far crescere ha in rosa e maggiore è la possibilità che metta mano alla squadra tirando fuori qualcosa di grande. Di importante. Di unico.

Nella stagione che sta terminando, il tecnico dell’Atalanta ha inciso sulle scelte dello staff medico e di mercato. In particolare, per anni i malumori più o meno velati di Gasperini per come la società operasse sul mercato senza ascoltare in toto le sue richieste rimbalzavano di salotto in salotto a Bergamo, e agitavano i tifosi. Quest’anno, Gasperini voleva il portiere Musso ed è stato acquistato, voleva l’attaccante esterno Boga ed è arrivato. Totale: 42,5 milioni di investimento che, a oggi, hanno pagato poco. Pochissimo. Il valore dei giocatori magari si vedrà nel tempo e non è nemmeno giusto farsi influenzare dalle valutazioni nell’analisi delle prestazioni. Però, oggi, il sentire comune è questo.

In estate l’Atalanta, dopo settimane di trattative, acquistò anche Koopmeiners e Gasperini fece capire che un profilo come quello dell’olandese, pur apprezzandolo, non gli serviva. Poi, come sempre accade, è il campo a parlare e il numero 7 ex Az Alkmaar si è dimostrato un campione che, alla fine, è costato molto meno sia del portiere ex Udinese che dell’attaccante franco-ivoriano. Per carità, le scelte si possono anche sbagliare, o comunque possono produrre effetti soltanto dopo diversi mesi, fa tutto parte del gioco. Però è giusto dirlo: il mister dia pure indicazioni, ma del mercato continuino ad occuparsi altri.

Non è un caso che, in attesa di capire se davvero Sartori andrà via oppure resterà a occuparsi solo di scouting, a Zingonia sia arrivato Congerton dal Leicester e che proseguano i contatti con D’Amico, attuale ds del Verona. Nella città di Giulietta, questa indiscrezione, gira da settimane. Ci sono strategie da sistemare, una rosa da cambiare con raziocinio e valutazioni sulle alternative da mettere in squadra che allarghino un po’ gli orizzonti. (...)

Continua a leggere su PrimaBergamo in edicola fino al 28 aprile, oppure in versione digitale cliccando QUI

Seguici sui nostri canali