Gli occhi lucidi del Pres: «Continuiamo a sognare». Gasp: «Bergamo ha giocato con noi»
A parlare dopo la storica vittoria sul Marsiglia sono Antonio e Luca Percassi, commossi ed entusiasti. Poi è il turno del mister, che festeggia
di Giambattista Gherardi
Andare oltre la propria storia: un concetto che Gasperini ha evocato in questi giorni e che la squadra ha puntualmente confermato con il 3-0 al Marsiglia. Ai microfoni di Sky si presenta per primo Luca Percassi, eccezionalmente affiancato da papà Antonio. «I bergamaschi - gongola il presidente al limite della commozione - sono impazziti dalla gioia e continuerò ad andare sotto la Curva e dai ragazzi. Siamo partiti per salvarci e direi che siamo andati bene. Ora guardiamo avanti, il futuro si annuncia interessante».
Anni irripetibili e Gasperini gran condottiero...
«È stato determinante, qualche volta si arrabbia se tutto non va per il verso giusto, ma ha fatto un lavoro incredibile».
Qualcuno potrebbe scipparvelo?
«Abbiamo un altro anno di contratto e non pensiamo certo di cambiare le cose. Se il mister vorrà parlare, vedremo, ma resteremo concentrati sul progetto, guardando sempre avanti».
Europeo il pubblico, anche grazie allo stadio.
«È magnifico e già lo si può intuire, anche se non è ancora completo. L’investimento è stato di oltre cento milioni, ma fa parte di un piano che ha portato la società ad alti livelli. Continueremo a lavorare e sognare, certi di avere il sostegno della nostra gente».
La festa sul campo è iniziata ancor prima del fischio finale, con tutta la panchina schierata e abbracciata e i fuochi d’artificio già alti nel cielo. L’ultimo botto è arrivato con il gol di Touré. Gasperini a quel punto si è lasciato andare a un sorriso compiaciuto. In conferenza stampa si presenta solo dopo la festa negli spogliatoi.
«Questa è stata una partita giocata insieme a una città intera, emozioni percepite e condivise. I giocatori lo sentono: doveva essere una partita speciale e lo è stata».
Non solo Roma, ora anche Dublino.
«Sui cori della Curva ho cominciato a pensare a Dublino. Sarà una serata memorabile, un traguardo che idealmente condividiamo con città piccole come la nostra. Tutti sono portati a pensare che servano numeri e blasone, ma abbiamo dimostrato che il calcio è bello perché non dipende dai soldi o da diritti "genetici"».
Anni a Bergamo indimenticabili...
«A quattro anni dal Covid un pensiero anche ai giorni della pandemia, ai quarti di Champions giocati a Lisbona. Ora finirà lo stadio e sarà ancora più bello».
Capito l'antifona Agnelli ?
Mola mai!