Le parole dell'esterno

Gosens contro la Super Lega: «Un disastro enorme. Sarò coi tifosi se protesteranno»

Durante una chiacchierata con il portale tedesco "Kicker", il numero 8 nerazzurro ha mostrato tutta la sua disapprovazione per la nuova competizione indipendente

Gosens contro la Super Lega: «Un disastro enorme. Sarò coi tifosi se protesteranno»
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di Fabio Gennari

«È un disastro enorme per il calcio. Sono sotto shock per il fatto che stia diventando realtà. Il fatto che un underdog, una squadra che di solito non è tra le vincenti, potesse vincere è sempre stato alla base del calcio. Se l’Arsenal o il Tottenham si qualificheranno sempre senza alcun merito sportivo, non ci saranno più i principi del calcio». Queste parole sono di Robin Gosens, esterno mancino dell'Atalanta e della Germania.

Il numero 8 nerazzurro è intervenuto ieri nella trasmissione tedesca Kicker incontra Dazn e ha parlato di tanti argomenti (una curiosità: prima di ogni gara beve un doppio caffè espresso) ed è stato inevitabilmente affrontato anche il tema della Super Lega, con una posizione del giocatore atalantino che, a quanto si legge (QUI) è anche condivisa dai compagni di spogliatoio. Da parte di Gosens, una presa di posizione di questo tipo è certamente meritevole di applausi.

«Consideriamo un enorme peccato quello che si sta facendo al calcio - ha detto Gosens parlando dei compagni -. Il calcio attualmente è più business che sport. Tutti devono essere consapevoli che il calcio cambierà per sempre e niente sarà più come prima. C'è la pandemia, la gente sta morendo in tutto il mondo e mancano i soldi. Questi 12 club creano la loro lega e possono avere 100 o 150 milioni di euro senza pensare al resto. Devi chiederti dove sta l’etica in tutto questo».

Dal punto di vista dei tifosi, la Super Lega è qualcosa di abominevole e anche in questo caso l'esterno nerazzurro fotografa molto bene la situazione. «La cosa triste è che è solo una questione di soldi, soldi, soldi. Il danno sarebbe così grande che molti tifosi si opporranno a questo e io prenderei subito parte alla protesta: il calcio verrà privato delle sue fondamenta».

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