I 5 atalantini candidati a essere la nuova bandiera
C’è una domanda che tanti tifosi atalantini si sono fatti in questi ultimi giorni. Ma adesso che smette Bellini, una vita in nerazzurro e un esempio per tutti i compagni, chi “insegnerà” l’Atalanta ai giocatori che arriveranno a Zingonia? Chi sarà il capitano? Non sarà semplice, il numero 6 nato a Sarnico è stato per anni una presenza importante nello stanzone del Centro Bortolotti, ma ci sono almeno 5 compagni che, per un motivo o per l’altro, possono prendere per mano giocatori e nuovo staff tecnico. L’Atalanta, lo sanno tutti, è un mondo particolare. A Bergamo vengono prima gli uomini e poi i campioni ed è per questo che un capitano, un leader, un condottiero non può essere solo e soltanto un grande giocatore. Di Cristiano Doni ce n’è stato uno e, sul mercato come nello spogliatoio, non c’è nessuno come lui. E allora spazio a cinque ragazzi che sono molto diversi tra loro ma che possono sicuramente trascinare tutti gli altri anche nei momenti più bui.
1) Luca Cigarini, maglia numero 21
Il dubbio, ad ogni sessione di mercato, è comune a molti tifosi: il Ciga resta o va? Al di là delle dichiarazioni del procuratore, Bia nelle scorse settimane parlò di un interesse della Fiorentina ma c’è anche il Torino sulle sue tracce, Cigarini è un elemento cardine del gruppo. Quando c’è da proporre un ritiro, da gestire qualche panchina o da spingere forte in allenamento anche se non c’è la certezza di una maglia da titolare il numero 21 emiliano risponde sempre presente. La qualità del suo lavoro è paragonabile a quella delle sue giocate, non ha grande continuità d’azione e non è un portento dal punto di vista fisico ma la fascia di capitano l’ha spesso indossata lui in assenza di Bellini e Denis. Si dice che a Bergamo si trovi molto bene, Percassi due anni or sono lo tolse dal mercato e non è mica detto che quest’estate Cigarini lascerà Bergamo. La sua cifra tecnica, nell’Atalanta, è sempre molto preziosa.
2) Cristian Raimondi, maglia numero 77
Lo chiamano il “guerriero”, in campo non si tira mai indietro e nonostante i 35 anni quando è stato chiamato in causa ha sempre risposto presente. Tifoso dell’Atalanta fin da bambino, è l’erede naturale di Bellini con cui ha anche condiviso la camera durante i ritiri. Nessuno meglio di lui conosce le dinamiche del gruppo in rapporto all’ambiente esterno, è un ragazzo umile e gentile che nello stanzone di Zingonia sa farsi ascoltare. Con Colantuono prima e Reja poi non è mai partito titolare, eppure ha sempre lavorato nell’ombra per farsi trovare pronto. Ha il contratto in scadenza il prossimo 30 giugno ma tutto lascia pensare ad un rinnovo: con il nuovo allenatore, soprattutto nel ritiro di Rovetta, sarà un elemento fondamentale. Imprescindibile.
3) Marten de Roon, maglia numero 15
L’indiziato numero uno a lasciare Bergamo secondo molti addetti ai lavori, il cardine del gruppo secondo ultras e tifosi normali con un dettaglio assolutamente decisivo che in pochi sottolineano. De Roon è innamorato di Bergamo, ha due figlie e una compagna che si trovano benissimo in città e dal 1 aprile ha pure cambiato casa andando ad abitare proprio sotto le Mura: la sua volontà, opzioni morali o meno che dir si voglia, è quella di restare a Bergamo almeno un altro anno. Per continuità di rendimento e spirito di abnegazione, in molti lo vorrebbero già capitano della Dea ma lui steso ha detto che fino a quando la lingua non lo farà sentire sicuro è meglio che la fascia la indossino altri. Campione di umiltà e semplicità, gli manca poco per diventare un grandissimo e restando a Bergamo può essere prezioso per sé stesso e per tutto il gruppo: la società è pronta al rinnovo con adeguamento, Marten accetterà?
4) Giulio Migliaccio, maglia numero 8
E’ probabilmente l’unico giocatore della rosa in grado di entrare a partita in corso e dopo pochi secondi essere già protagonista. Contro il Palermo nella gara d’andata venne espulso appena entrato in campo proprio per eccesso di foga. A centrocampo ha dimostrato di poter ancora dire la sua, in questa stagione non ha raccolto grande minutaggio eppure nelle partite più toste e complicate è sempre stato messo in campo. Dall’inizio come a Frosinone o nel finale di partita. Fisicamente è integro, cura alimentazione e preparazione fisica come se si giocasse sempre la finale di Champions League e proprio Bellini, in una recente intervista, ha detto che per lo spirito che incarna è un bergamasco mancato. Anche lui, come Raimondi, ha il contratto in scadenza ma non ci sono motivi di pensare che non rinnoverà.
5) Papu Gomez, maglia numero 10
Alla voce “talento e incisività” è senza dubbio il numero 1 dell’Atalanta. Spensierato e un po’ pazzerello fuori dal campo e con il cellulare in mano, Gomez è molto attivo sui social come lo è nel rettangolo verde. Se la condizione fisica lo assiste può diventare devastante e anche se i suoi numeri e le sue prestazioni sono un pericoloso (per l’Atalanta) biglietto da visita bisogna sempre considerare la volontà del ragazzo. Gomez a Bergamo si trova benissimo, vive una dimensione che lo esalta e se non sarà l’Atalanta a volerlo cedere lui è pronto a restare a lungo. Nello spogliatoio ha legato con Denis, Pinilla e Moralez prima ma anche con Borriello e Paletta poi, si è sacrificato per Diamanti eppure non ha mai perso la bussola. E’ un giocatore importante, ha colpi da campione (gol da calcio d’angolo con il Carpi o 2-1 alla Lazio docet) e quindi perché non considerarlo già una pedina cardine dell’Atalanta del futuro? Sartori ha dichiarato che è incedibile.