I conti di "Calcio e Finanza": dal 2010, l'Atalanta ha fatto 425 milioni di plusvalenze
Secondo le elaborazioni del noto portale economico-calcistico, la Dea negli ultimi dodici anni ha fatto qualcosa di sensazionale nel "player-trading"
di Fabio Gennari
I numeri fanno francamente impressione. Che l'Atalanta fondi la sua strategia su player-trading (ovvero compravendita di giocatori) e diritti televisivi è chiaro a tutti, la società nerazzurra è un esempio importante di società calcistica in grado di sostenersi con i propri mezzi. Ma, guardando i calcoli proposti dal portale specializzato Calcioefinanza.it, c'è da strabuzzare gli occhi: dal 2010 in avanti, ovvero con la nuova proprietà Percassi, sono 425 i milioni di euro frutto delle plusvalenze.
Nel corso di questi anni ci sono stati davvero molti esempi di calciatori che la società ha acquistato a pochi spiccioli per poi rivenderli, grazie al lavoro sul campo del tecnico Gasperini e ai risultati raggiunti (nessun trofeo ma presenza in pianta stabile in Europa), a peso d'oro. Secondo i calcoli che vengono proposti, l'Atalanta in questi anni ha avuto un impatto rilevante del player-trading sulle entrate della società, si parla di circa il 25 per cento rispetto ai ricavi complessivi.
Scendendo un po' più nel dettaglio, l'articolo raccoglie le dieci plusvalenze più importanti delle ultime stagioni. In vetta c'è la cessione di Romero al Tottenham (plusvalenza di 36,3 milioni), al secondo posto si trova Kulusevski alla Juventus (34,3) e al terzo posto Gosens all'Inter (24,1). Diallo al Manchester United ha fruttato 20,9 milioni di guadagno (ma potrebbe ancora aumentare per i bonus attivi), Gagliardini all'Inter e Conti al Milan hanno portato entrambi circa 20,4 milioni di attivo.
Castagne al Leicester (17,4 milioni), Kessie al Milan (17,2), Caldara alla Juventus (14,8) e Mancini alla Roma (12,7 milioni) sono le altre plusvalenze della top ten atalantina ed è curioso vedere come cinque siano elementi provenienti dal settore giovanile, tre siano esterni (Conti, Gosens e Castagne) - anche se con una storia molto diversa tra loro - e che le dieci plusvalenze siano state chiuse con ben sette società diverse (di cui tre inglesi, ovvero quelle con più denaro): Juventus, Milan e Inter hanno acquistato lo stesso numero di "top plusvalenze", ovvero due a testa.