Non è il Lotto

I numeri della speranza sono: 32, 7 e 28. Se "escono" tutti c'è da sognare davvero...

Un successo a Torino riscriverebbe in modo importante diversi pezzi della storia atalantina, sia del passato che del presente

I numeri della speranza sono: 32, 7 e 28. Se "escono" tutti c'è da sognare davvero...
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di Fabio Gennari

No, non abbiamo deciso di sparare dei numeri per farvi vincere al Lotto. Citare il 32, il 7 e il 28 esattamente in questo ordine significa provare a leggere Juventus-Atalanta di questo pomeriggio (fischio d'inizio ore 18, diretta Dazn) con quei parametri che renderebbero assolutamente da urlo il momento che attraversa la squadra bergamasca. Come sempre, Gasperini e i suoi ragazzi vanno in campo per vincere e ci proveranno anche stavolta. Non è mai successo di battere la Juventus in casa sua da quando la storia nerazzurra è cambiata con il Profeta di Grugliasco al timone: prima o poi deve accadere.

Il numero 32 è legato proprio agli anni che sono passati dall'ultima vittoria a Torino dei bergamaschi. Era il 1989, la Dea vinse due volte nello stesso anno solare e sempre per 1-0: Evair e Caniggia bagnarono le stagioni 1988/89 e 1989/90 con due reti preziose, ma ormai sbiadite e impolverate dal tempo che passa. Più di tre decenni sempre a commentare un successo degli altri, pochissime consolazioni e solo tra le mura amiche, per un confronto che, in gare ufficiali, è stato infausto anche nell'ultimo precedente: 2-1 in Coppa Italia e trofeo alla Vecchia Signora.

Pensando alla classifica in caso di vittoria, il 7 (anzi +7) è qualcosa che farebbe davvero esaltare tutti. Indipendentemente da come andrà questa sera, la squadra di Gasperni resterà davanti alla Juventus. Un motivo in più per provarci senza paura, anche perché se riuscisse l'impresa si potrebbero mettere più di due partite di distanza da una squadra che è stata abituata a vincere negli ultimi anni e che quindi, se si rifacesse sotto, sarebbe una temibile rivale.

Ultimo, ma non meno importante, il traguardo che si raggiungerebbe con un successo, ovvero i 28 punti in 14 partite. Fanno due punti esatti di media a gara, un po' la soglia psicologica che permette di continuare a sognare l'Europa che conta senza mai perdere la bussola. A fine stagione, con questo rendimento, si arriverebbe a 76 punti e nelle ultime cinque stagioni (quelle del Gasp a Bergamo) solo una volta con quel bottino si è rimasti fuori dalle prime quattro posizioni, ovvero l'anno scorso (il Napoli chiuse a 77).

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