Il dopo partita del mister

Il Gasp scuro in volto: «Abbiamo sciupato l'impossibile e coi cambi non è andata bene»

Il Gasp scuro in volto: «Abbiamo sciupato l'impossibile e coi cambi non è andata bene»
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di Giordano Signorelli

Visibilmente scuro in volto, il tecnico dell'Atalanta Gian Piero Gasperini commenta il pareggio in casa della Roma. «C'è rabbia per tutto, soprattutto per le occasioni non concretizzate. Per 70 minuti abbiamo fatto bene, mentre negli ultimi 20 si è complicata con l’espulsione e alla fine abbiamo portato a casa un punto. Espulsione? Non l’ho vista, era molto vicino, la rivedrò. Ci sono stati un po’ di cartellini diciamo "così", ed è rischioso quello che può succedere».

Questa sera i cambi non hanno sortito gli effetti sperati. «Purtroppo non è scontato che chi entra faccia bene. È sempre stata una forza per noi, oggi è andata male. Forse i subentrati sono andati in difficoltà perché siamo rimasti in dieci e gli avversari hanno approfittato della superiorità numerica. Usciamo con un punto che si somma ai tre presi contro la Juventus. Forse prima di queste due gare avremmo firmato per i quattro punti invece ne usciamo rammaricati. Potevamo e dovevamo chiuderla prima. Stasera abbiamo commesso  errori tecnici clamorosi soprattutto negli ultimi 16 metri, abbiamo sciupato l’impossibile nell’ultima rifinitura». 

La rete del pareggio è arrivata dall'ex Cristante. «Siamo usciti tardi, eravamo in inferiorità numerica in quella zona con Pasalic e Muriel in mezzo a tre e Bryan ha approfittato dello spazio. Ha questo tiro a pelo d’erba e ha trovato il gol».

Poi l'attenzione si sposta alla corsa Champions. «Ogni partita ha una sua storia e basta guardare quella di oggi. Non avremmo mai pensato di rischiare di perderla, le gare vanno giocate e interpretate fino alla fine. Dovremo stare attenti perché sei gare non sono poche, la classifica corta e diverse staranno fuori». 

Infine un commento sulla defunta Superlega. «Credo che la meritocrazia debba essere la normalità, con una gestione ordinata dei bilanci, cose che se l'Atalanta non avesse fatto, sarebbe sparita, ma le leggi dovrebbero essere uguali per tutti. Alcuni club chiedono necessità economiche, ma queste società hanno già tantissimo rispetto alle altre. Se non possono permetterselo vendano un giocatore o facciano tre contratti in meno. La famiglia Percassi ha sempre avuto i bilanci in ordine. Atalanta modello? Non solo, ci sono squadre anche a livelli più alti come il Bayern Monaco. Ho ammirato tantissimo Klopp, Guardiola e i giocatori che hanno detto che il calcio è meritocrazia. Speriamo che da questi spunti nasca il recupero dei veri valori dello sport».

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