Il miglior Toro e la peggiore Atalanta. Ma questo è il momento di scacciare le prefiche
Un conto è evidenziare ciò che è andato storto - e a Torino tutto è andato storto -, un altro sputare sentenze un tanto al chilo, mancando di rispetto
di Xavier Jacobelli
Il miglior Toro della stagione, la peggiore Atalanta della stagione: qui affonda le radici la pesante sconfitta dei nerazzurri a Torino, dove rabberciati a causa delle assenze in difesa, ma inopinatamente privi di mordente e di carattere, hanno offerto una delle prove più deludenti negli otti anni di gestione gasperiniana.
Prestazione di rara bruttezza e, per questo, più che mai eclatante, considerato che stiamo parlando di una formazione appena qualificatasi direttamente agli ottavi di finale di Europa League vincendo il proprio girone con un turno d'anticipo e, nonostante la scoppola torinese, tuttora a quattro punti dal quarto posto, cioè della zona Champions. Ma un solo punto nelle ultime quattro gare di campionato avvisa come non si possa sperare di giocare in Europa nella prossima stagione se la severa lezione impartita da Juric & Zapata non verrà subito mandata a memoria da una Dea tanto irriconoscibile da non sembrare vera.
Gasperini l'ha presa malissimo e ha fatto bene a strigliare la squadra: c'è modo e modo di perdere, l'Atalanta ha scelto il più sconfortante, soprattutto contro un avversario che, dal 2019 a prima di ieri sera, aveva affrontato 8 volte inanellando 5 vittorie, 2 pareggi, una sola sconfitta, 27 reti all'attivo e 15 al passivo. Tutto questo per ritenere che Torino sia stato un disastroso incidente di percorso.
Nei quattro giorni che separano dall'incontro con il Milan, per l'allenatore sarà certamente istruttivo accertare chi non abbia «tirato la carretta» in Piemonte, ricorrendo al lessico Gasp. Gli infortuni, si sa, sono un'emergenza che assilla praticamente tutte le squadre del torneo, ma costituiscono un'attenuante, non una giustificazione della magra figura rimediata contro lo ZapaToro. Ecco perché, può sembrare paradossale, però è così, la partita con il Milan terzo in campionato e rilanciato dalla vittoria sul Frosinone, capita a proposito.
Quando si prendono legnate come a Torino, prima si torna in campo per riscattarsi e meglio è. La vera Atalanta è un'altra e potrà dimostrarlo già sabato. Anche per scacciare prefiche e menagramo che al Social Bar già si affollano attorno alla squadra e al tecnico, tromboneggiando dal basso di una memoria corta e di un'improvvida faciloneria critica. Un conto è evidenziare ciò che è andato storto - e a Torino tutto è andato storto -, un altro è sputare sentenze un tanto al chilo, mancando pure di rispetto verso una squadra che, in queste otto stagioni, ha fatto mirabilie pur cambiando molti dei suoi protagonisti. I veri tifosi sanno come stringersi attorno ai nerazzurri dopo una serata nera e non le faranno mancare il loro sostegno. Adesso tocca all'Atalanta rialzare la testa. Lo può fare, lo deve fare.
Ah, c'era anche l'Atalanta in campo a Torino, ieri sera? Ho visto la partita, ma non l'Atalanta. Che stiano andando contro l'allenatore?