Che spettacolo!

Il pagellone nerazzurro del 2024: un'annata da 10 per tutti (o quasi), difficile fare meglio

Dodici mesi da urlo, un anno forse irripetibile, certamente unico: mai, prima di questo 2024, era successo di vivere emozioni così forti

Il pagellone nerazzurro del 2024: un'annata da 10 per tutti (o quasi), difficile fare meglio
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di Fabio Gennari

Lo diciamo noi a Bergamo, senza nemmeno troppi tentennamenti, ma lo sostengono anche quelli che amano il calcio e le belle storie che regala in ogni angolo del mondo: il 2024 è stato l'anno dell'Atalanta.

Arriviamo da dodici mesi pieni di belle cose, zeppi di emozioni e con date che rimarranno per sempre nella testa, nel cuore e nella storia di tutti quelli che vogliono bene all'Atalanta. Per noi che la seguiamo ogni giorno, che al termine di ogni partita ci troviamo a scriverne e a parlarne, fare un pagellone di fine anno è fin troppo semplice. Ma è il minimo. Ma lo faremo un po' diverso dal solito, perché quello che abbiamo vissuto lo sappiamo bene e questa è l'occasione, semplicemente, per mettere i puntini sulle "i".

Società, voto 10

Se ne parla troppo poco, di certo meno rispetto a quanto (a caldo, dentro lo stadio) vengono celebrati Gasperini e i suoi ragazzi. La verità è che la grandezza di quanto ha fatto l'Atalanta nel 2024 è garantito, favorito, costruito e reso possibile da una società che ha visto concretizzarsi, negli ultimi dodici mesi, anni di lavoro da studiare nelle scuole. Da imitare, da sventolare in faccia a chi mangia allenatori, milioni di ingaggi e acquisti scellerati con bilanci come gruviera.

Antonio e Luca Percassi, il socio di maggioranza americano Stephen Pagliuca e i dirigenti (D'Amico in testa) hanno fatto cose enormi: squadra forte, scelte mirate, equilibrio finanziario e due mercati, a gennaio e ad agosto, nella direzione della continuità e della crescita. Senza lesinare sforzi, investendo e tenendo i conti in ordine. Con un'Europa League portata a casa e lo stadio finalmente finito. Più di così, oggettivamente, era impossibile fare.

Gasperini, voto 10

Trovare spunti nuovi per dare meriti al più grande allenatore della storia atalantina è difficile. Forse è giusto partire da un premio non conquistato, ovvero il Pallone d'Oro. A dicembre hanno deciso di darlo ad Ancelotti, ma la verità è che, con il gruppo a disposizione, nel contesto in cui lavora, per la dimensione del Mondo Atalanta che lo circonda, Gasperini si è dimostrato come il miglior tecnico d'Europa.

In questi anni ha cambiato il calcio, italiano e non solo, portando una squadra di provincia a sedersi al tavolo dei più grandi. Con una voglia, uno spirito, una carica e una capacità di incidere sui giocatori che non hanno eguali. Certo, Gian Piero Gasperini ha anche dei difetti, ma nel complesso diventa difficile considerarli. Quando commentiamo le partite, quando stiliamo le pagelle di giornata, capita a tutti di trovare qualcosa che si poteva fare diversamente o meglio. Analizzando l'annata, ora che ha anche vinto qualcosa (unica contestazione che ancora qualcuno gli poteva fare), il 10 non può che essere suo. Senza lode? Certo: è il primo a dire che si può sempre migliorare. Visto il primo posto, siamo sicuri che sta lavorando anche per ottenere quella.

Gruppo, voto 9,5

Chiariamo subito il mezzo voto in meno rispetto al massimo. La finale di Coppa Italia di Roma, per quello che l'Atalanta ha fatto prima e dopo, resta inspiegabile. Vero, mancava Scamacca, ma non giocare quasi per nulla quella sfida come invece abbiamo visto fare altre volte è difficile da capire e vale un piccolo gap in cui credere per crescere ancora.

Per il resto, l'Atalanta ha fatto grandi cose in diverse competizioni, perché lo stanzone di Zingonia è abitato da un gruppo di ragazzi con tanti capitani, diversi giocatori che hanno "palle cubiche" e non hanno mai mollato e non mollano mai nemmeno nei momenti più difficili. E, badate bene, un conto è farlo per qualche sfida, diverso è proporsi su livelli di eccellenza durante praticamente tutti i dodici mesi. Lavoro estivo e vacanze compresi. Se chi è arrivato in estate si è inserito così bene è anche e soprattutto grazie a un gruppo che accoglie e fa sentire al centro del progetto tutti i protagonisti. Vecchi e nuovi.

Difesa, voto 8,5

Tra portieri e difensori, di ruolo o adattati, l'Atalanta dietro ha fornito una serie di prestazioni e un rendimento complessivo di altissimo livello. Si è storicamente portati a pensare che il tecnico della Dea lavori principalmente sulle soluzioni offensive, ma è dalla retroguardia che spesso nascono grandi partite. L'arrivo di Hien a gennaio, quello di Kossounou in estate e le conferme di rendimento di Djimsiti (mostruoso) e Kolasinac (stoico) hanno permesso di tamponare l'infortunio di Scalvini e la poca continuità di Toloi. Palomino è andato via, Godfrey non si è mai visto e qualcosa di meglio, in alcune occasioni, si poteva fare. Anche in porta, dove oggi la certezza si chiama Carnesecchi.

Centrocampo, voto 9

Nel cuore del gioco atalantino, de Roon ed Ederson, oltre a Pasalic, sono la costante di tutto l'anno. Dell'altro interprete, quello che fino alla scorsa stagione indossava il numero 7, parliamo in un capitolo a parte. Sugli esterni si sono alternati Zappacosta e Ruggeri, quando è partito Hateboer l'Atalanta ha preso anche Bellanova (il migliore nel suo ruolo a livello italiano) e il rendimento è alto. Lo è stato e lo è ancora.

Certo, si può fare - anche in questa zona del campo - qualcosa di più e probabilmente dal 2025 in avanti ci sono anche scelte nuove da mettere in preventivo pensando al futuro, ma al 31 dicembre, con un trofeo vinto e la squadra che sta al primo posto in classifica, questo è, paradossalmente, il reparto che ha meno bisogno di innesti e cui si chiede semplicemente di continuare così.

Attacco, voto 9,5

Nei numeri, di reparto e dei singoli protagonisti, l'Atalanta ha costruito le sue fortune principalmente grazie al rendimento offensivo. Hanno segnato in tanti, sono stati protagonisti tutti e dopo il trionfo di Dublino (firmato Lookman) l'Atalanta si ritrova a dicembre con Retegui (preso in 72 ore dopo il gravissimo infortunio di Scamacca) capocannoniere di Serie A.

Secondo Gasperini, il reparto si può ancora migliorare sul mercato. In attesa di capire cosa accadrà, è però giusto ricordare un paio di dettagli che spiegano il mancato 10 in pagella: De Ketelaere oggi è da urlo, ma non è sempre andato tutto per il verso giusto; lo stesso Scamacca è andato a corrente alternata; poi c'è Lookman che ha fatto cose enormi (meritandosi il Pallone d'Oro africano), ma si è preso una sbandata di mercato a fine agosto che non è piaciuta a nessuno. Poco importa, il presente è ancora nerazzurro, più che mai.

Koopmeiners, voto 2

I giocatori passano, i certificati invece no. C'è modo e modo di fare le cose, soprattutto ce ne sono di clamorosamente, tremendamente e assolutamente sbagliati. Peggio era difficile fare. Soprattutto dopo Dublino.

Commenti
Silvia Casanova

Ottimo anno il 2024, ora vediamo di iniziare alla grande il 2025 conquistando la super coppa italiana a riad... Magari manca un attaccante come dice il gasp e un vice de roon, ma siamo grandi... Su koopmeiners no comment, il 14 verrà sicuramente fischiato, altro che bottiglia di vino sotto la nord... Forse meglio ignorarlo

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