Il sorriso ancora lo si è visto poco, ma è solo questione di tempo: Josip Ilicic tornerà a segnare, e noi con lui. Intanto, però, rivederlo in campo, poter ammirare nuovamente le sue gesta (anche contro l’Ajax, seppur in una prestazione opaca, ha regalato lampi di classe unici), è una vittoria. Perché, senza scendere nei particolari, tutti noi abbiamo capito cos’ha vissuto nei mesi scorsi. Un’ombra è calata su di lui, nella sua mente, ha avuto bisogno di tranquillità e tempo per ritrovare la luce.
Si è scritto e detto tanto su Ilicic, il campione che dopo la prestazione da sogno al Mestalla contro il Valencia è precipitato, insieme a tutti noi e a tutta Bergamo, in una foresta di fantasmi difficile da dimenticare. Ne hanno parlato televisioni e giornali, bergamaschi, italiani e anche internazionali. L’Atalanta ha sempre rispettato la privacy del ragazzo: andando contro i diktat mediatici e comunicativi del momento, ha preferito tacere, dicendo giusto il minimo. E i tifosi hanno capito. Hanno abbracciato Ilicic, hanno rispettato quel che stava vivendo. Ora che è tornato, quel momento difficile vissuto da Josip sembra lontano. E anche i suoi compagni si sentono forse più liberi di parlarne.
L’ultimo in ordine di tempo è stato il Papu Gomez, che alla rete argentina Tyc Sports ha detto quel che, fino a oggi, ancora non era stato detto di Ilicic: «Sì, Josip ha avuto il coronavirus e ha sofferto molto, cadendo in depressione». Due rivelazioni: nessuno sapeva che lo sloveno avesse avuto la Covid; nessuno aveva avuto finora il coraggio di dire (almeno nel mondo del pallone) così apertamente quella parola, “depressione”, che spesso fa tanta paura.
Il Papu poi ha aggiunto: «Nella vita può arrivare un momento in cui la testa ti esplode, ma per fortuna ora sta bene, è tornato ed è molto importante per noi». È importante per tutti, caro Papu. Perché tu, Josip e gli altri ragazzi, per noi cuori nerazzurri, siete ormai gente di famiglia. Ed è bello che in famiglia ci si parli così, in modo schietto, mostrando anche le proprie debolezze.