In un mercato pieno di paletti e cessioni "obbligate", l'Atalanta è una bella eccezione
I numeri, in fatto di spese e ricavi, sono importanti e permettono di muoversi come si vuole, non obbligati dalle necessità di fare cassa

di Fabio Gennari
Il mercato delle squadre di Serie A non è uguale per tutti. L'Atalanta, come poche altre compagini del massimo torneo nazionale, si muove ragionando su chi inserire per migliorare la rosa e chi vendere per alleggerirla, lasciando a offerte fuori mercato la posizione dei giocatori più importanti.
Ma le concorrenti - a cui comunque è bene buttare un occhio in quanto rivali dei nerazzurri - cosa stanno facendo, come si stanno muovendo e, soprattutto, a che vincoli e paletti devono sottostare?
Ci sono società, come la Roma, che devono fare cessioni entro il 30 giugno per sistemare i conti e altre, come la Lazio, che in questo momento non possono fare quasi nulla perché hanno un rapporto tra costo della rosa e ricavi lontano dai parametri della Figc. Poi c'è la Fiorentina, che nei primi quindici giorni di luglio potrebbe perdere il suo diamante Kean per i 52 milioni fissati dalla clausola rescissoria (pare ci sia un'offerta araba da 15 milioni a stagione per il ragazzo...), il Milan che ha ceduto Reijnders per 75 milioni e ha preso lo svincolato Modric (campione assoluto, ma ha 40 anni...) e la Juventus, che al Mondiale per club schiera giocatori in prestito che hanno prolungato per qualche settimana, come Kolo Muani e Conceicao, e che non si sa se resteranno a Torino.
Ci sono tanti modi per fare mercato e completare le rose, le risposte le darà poi solo campo, ma è singolare vedere come, oltre i nerazzurri, ci sono solo il Napoli, che ha preso nuovi giocatori praticamente senza dover cedere (anche grazie al tesoretto di Kvaratskhelia venduto a gennaio per 70 milioni), e l'Inter, che ancora va inquadrato con il nuovo corso di Chivu ma che ha inserito giovani che stanno facendo bene, che si stanno muovendo concretamente. Uno scenario complesso da seguire, in cui la Dea sembra quasi ferma anche se ferma non è.