Parla il gallese

Intervista di Bbc Radio 5 Live a Congerton: «A Bergamo c'è passione, vogliamo l'Europa»

Il punto di riferimento per il mercato internazionale ha rilasciato un'interessante intervista in patria, dove ha parlato ampiamente della Dea

Intervista di Bbc Radio 5 Live a Congerton: «A Bergamo c'è passione, vogliamo l'Europa»
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di Fabio Gennari

«A Bergamo la gente è molto attaccata al club, sono persone appassionate e questo mi piace. Ci sono grandi aspettative, ma stiamo gestendo un po’ tutto nel miglior modo possibile, con equilibrio. La nostra speranza è quella di poter soddisfare queste aspettative riportando l’Atalanta in Europa. Sono molto soddisfatto di quello che stiamo facendo».

Lee Congerton, l'uomo che è arrivato a Bergamo dal Galles ed è stato determinante nella scelta di Lookman e Hojlund lavorando a stretto contatto con l'ad Luca Percassi e il ds D'Amico, ha parlato all'emittente inglese Bbc Radio 5 e guarda avanti con grande fiducia.

Uomo di poche parole e molti fatti, Congerton ha responsabilità dirette su tutte le aree del club e si interfaccia direttamente con i massimi dirigenti nerazzurra e la proprietà americana. Quando arrivano complimenti come quelli che Gasperini gli ha pubblicamente rivolto per l'ingaggio di Lookman, il gallese sposta subito l'attenzione sul gruppo di lavoro. Mai sul personale. «Mi ha fatto piacere, ma non voglio prendermi tutti i meriti. Perché è sempre merito di tutti e quindi del club. Io lo volevo già al Celtic, Ademola. Lo conosco bene, sin da ragazzino, ma è anche lui ad aver scelto noi. È un ragazzo splendido e merita tutto quello che sta ottenendo. Spero che continui così, con gol e assist, con prestazioni di alto livello. Me lo auguro per lui e per il bene dell'Atalanta».

Sempre in movimento per il pallone, Congerton ha iniziato a pensare all'Italia grazie a Carlo Ancelotti. «Ho sempre avuto quest'ambizione di andare all'estero, ho una mentalità internazionale e ho sempre cercato di migliorare me stesso. Ho sempre avuto l'ambizione di lavorare in Serie A, il calcio italiano mi ha sempre affascinato. Ho iniziato a conoscerlo grazie a Carlo Ancelotti, durante la nostra comune esperienza al Chelsea. Era un'opportunità giusta per me e andava colta, questa dell'Atalanta. Sono qui per portare in dote al club l’esperienza accumulata negli anni, nelle mie varie esperienze professionali e per dare un contribuito alla crescita».

Senza grandi trattative di mercato e con la sosta per il Mondiale, qualcuno può pensare a un periodo di riposo tra novembre e dicembre. Le cose, tuttavia, sono andate diversamente. «Mi sono riposato pochi giorni, perché ero molto impegnato fra mercato, relazioni con gli altri club, visita in America per fare il punto della situazione con la proprietà americana, poi sono stato anche in Colombia al Sub20. Insomma, tanto lavoro, anche se sul mercato non avevamo molto da fare perché avevamo già fatto investimenti molto importanti in estate».

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