Inzaghi, Ganz e pure Meazza Quanti ex tra Atalanta e Milan
Nella storia di Milan e Atalanta gli scambi di giocatori sono stati tantissimi. Ci sono stati calciatori di grande valore e di livello basso, di poco conosciuti e di incredibilmente famosi. A volte il passaggio è stato diretto, altre volte la doppia esperienza con le maglie rossonera e nerazzurra è maturata nel tempo. E se oggi si parla tanto di Bonaventura - ultimo pezzo pregiato della gioielleria orobica passato al Milan - è impossibile dimenticarsi di tutti gli altri che, bene o male, hanno scritto la storia di queste due società. Ne abbiamo scelti 10, eccoli qui in rigoroso ordine alfabetico.
1 - Gianni Comandini e Luca Saudati
Probabilmente, la coppa di acquisti più reclamizzata e allo stesso tempo più deludente degli ultimi 20 anni di Atalanta. I due attaccanti arrivarono insieme nell’estate del 2001 alla corte di Giovanni Vavassori. L’allora presidente Ivan Ruggeri sborsò la bellezza di 30 miliardi delle vecchie lire per accaparrarsi i due rossoneri, grazie all’operazione avallata dal direttore Beppe Marotta sembrava giunto il momento di sognare davvero. E invece i tifosi atalantini vissero un incubo. Comandini segnò 7 in 46 gare tra il 2001 e il 2004 prima di darsi al surf, Saudati complessivamente arrivò a 9 reti in 63 gare (nessuna in Serie A) e la loro traccia, indelebile, restò per molti anni nei bilanci della società orobica.
2 - Roberto Donadoni
A detta di molti, il miglior talento che è stato sfornato dal settore giovanile nerazzurro. Bergamasco di Cisano, l’attuale allenatore del Bologna con l’Atalanta ha giocato 123 partite segnando complessivamente 7 reti prima di passare al Milan nel 1986/87. Con la casacca rossonera Donadoni ha vissuto un decennio e più di successi planetari. Già allenatore e commissario tecnico della Nazionale Italiana, Roberto Donadoni ancora oggi nelle interviste ricorda la sua crescita in terra orobica e i suoi fasti rossoneri.
3 - Maurizio Ganz
Dove c’era Maurizio Ganz, il gol poteva sempre arrivare. L’attaccante di Tolmezzo arrivò a Bergamo nel 1992 e grazie ad una quarantina di gol in tre stagioni si conquistò un futuro a San Siro. Prima con la maglia dell’Inter e poi con quella del Milan, Maurizio Ganz continuò a segnare a raffica come aveva fatto al Comunale (con la Dea 49 reti in 114 gare) e fino a quasi 40 anni rimase protagonista. A Bergamo, dopo la prima esperienza che lo lanciò nel calcio che conta, tornò a 32 anni suonati segnando ancora 5 reti in 24 presenze prima di girovagare e appendere le scarpe al chiodo nel 2007. Oggi, il nome di Ganz è rimasto nella mente dei suoi tifosi e basta seguire un po’ il Como (serie B) per appassionarsi nuovamente ad un attaccante come lui: con la maglia lariana gioca il figlio Simone Andrea, numero 9 sulle spalle e una sola missione. Fare gol.
4 - Filippo Inzaghi
Da un bomber che per tre stagioni (più una) ha fatto esultare il Comunale, ad un altro che con il Milan ha scritto la storia. A Bergamo abbiamo ammirato il primo Inzaghi, “Superpippo” come lo chiamavano i tifosi. Con 24 reti nella stagione 1996/97 il centravanti di Piacenza resta l’unico giocatore nella storia atalantina ad aver vinto la classifica cannonieri. Dopo essere passato alla Juventus e averci giocato per 4 stagioni, Filippo Inzaghi venne acquistato dal Milan nel 2001 e all’ombra della Madonnina ha segnato complessivamente 126 gol in 300 presenze. Il dato aggiornato a tutta la carriera dice 288 gol in 623 gare, non male per uno che veniva definito “l’attaccante che vive in fuorigioco”.
5 - Gianluigi Lentini
Ala vecchio stile, corsa dinoccolata ma efficace e calzettoni costantemente abbassati (i parastinchi? Invisibili) per Gianluigi Lentini il la carriera ha visto il passaggio dal Milan all’Atalanta nel 1996. Giocò con la maglia nerazzurra proprio nell’anno di Inzaghi (e di Morfeo), segnò solo 4 reti in 31 partite ma il ragazzo cresciuto nel vivaio del Torino lascia un ottimo ricordo a tutto il pubblico bergamasco. Dopo una serie di apparizioni nei dilettanti, l’ala destra di Carmagnola ha appeso le scarpe al chiodo nel 2012 proprio giocando le ultime sfide con la squadra della sua città.
6 - Giuseppe Meazza
Universalmente associato all’Inter con la quale ha segnato valanghe di gol, Giuseppe Meazza ha una storia che si lega anche a Milan e Atalanta. Da giovane venne addirittura scartato dagli osservatori rossoneri per via del fisico mingherlino, dopo 228 gol con l’Ambrosiana Inter nel 1942 Meazza passò al Milan con cui realizzò 9 centri in 27 gare a cavallo di due stagioni. Tra il 1944 e il 1946, l’attaccante (cui è stato poi intitolato lo stadio di Milano) giocò con la maglia della Dea segnando anche 2 gol. Chiusa la carriera da giocatore, nel dopoguerra Giuseppe Meazza fece anche il giornalista ma in pochi ricordano che proprio a Bergamo iniziò la sua seconda vita da allenatore.
7 - Riccardo Montolivo e Gianpaolo Pazzini
Era l’agosto del 2005, Montolivo era sotto i portici dell’Oratorio di Caravaggio in compagnia di alcuni amici e dopo un paio di telefonate tutto divenne chiaro. «Vado alla Fiorentina», disse. Il giovane centrocampista dell’Atalanta, cresciuto nel vivaio e protagonista per tre stagioni anche con la prima squadra, aveva ormai spiccato il volo verso il grande calcio insieme all’amico Gianpaolo Pazzini. Entrambi i giocatori, con fortune diverse, hanno militato sia nella Fiorentina che nel Milan: Montolivo è diventato anche capitano della formazione rossonera per espresso volere del presidente Silvio Berlusconi.
8 - Domenico Morfeo
Grandi doti tecniche, fantasia allo stato puro ma anche un carattere molto particolare ed una personalità fortissima. Partito dal vivaio orobico, Domenico Morfeo passò al Milan nell’ottobre del 1998 appena in tempo per vincere uno scudetto e realizzare una rete. Con sole 11 presenze in una stagione, la sua annata non passò certamente agli annali, ma le sue doti lo fecero giocare in pochi anni con la maglie di Inter e Fiorentina prima di chiudere la carriera a Parma. Mino Favini, ex responsabile del settore giovanile orobico, diceva sempre: «Chissà dove sarebbe arrivato Morfeo con un’altra testa». Probabilmente i 28 gol in 111 presenze con l’Atalanta sarebbero stati molti di più.
9 - Gianluigi Pizzaballa
Di lui si ricordano tutti per la famosa figurina della Panini che nessuno trovava. Bergamasco cresciuto nel vivaio dell’Atalanta, Pizzaballa è stato un grande portiere tra gli anni Sessanta e Settanta. Ha giocato con la Dea ma anche con Roma, Verona e Milan. Con la maglia dei rossoneri ha giocato solo 10 partite in 3 anni, dopo quell’esperienza ha fatto ritorno a Bergamo e oggi insieme al figlio allena giovani promesse in un oratorio della periferie con la passione di sempre.
10 - Cristian Vieri
Nato a Bologna nel 1973, stessa annata di Cristiano Doni, Vieri ha giocato a Bergamo in tre diversi momenti della sua carriera. Carattere burbero con l’ambiente esterno ma molto affabile con i compagni di squadra, il suo rapporto con la piazza orobica si è deteriorato con il tempo, ma alcune perle restano assolutamente indelebili. In 18 anni di carriera “Bobo” Vieri ha indossato ben 13 maglie, nella stagione 2005-2006 è anche stato al Milan dell’amico Brocchi segnando solo 1 gol in 8 giornate. Un passaggio certo non prolifico, ma che gli permise di continuare a coltivare tutti i suoi interessi fuori dal campo. Celebri le magliette “Sweet Years”, la nottate in discoteca all’Hollywood e la sfilza di compagne più o meno celebri ma sempre bellissime che si sono avvicendate al suo fianco.