Koop, Lookman e la questione delle cessioni senza controllo: le società vanno tutelate
L'anno scorso fu l'olandese, quest'anno invece è il nigeriano che pare stia forzando la mano per andare via. Così non va bene

di Fabio Gennari
Premessa: già nei giorni scorsi abbiamo sottolineato come la partenza di Lookman, al momento da considerare possibile per la volontà che il calciatore ha espresso, vada valutata a fondo pensando a chi arriverà al suo posto e non ragionando troppo su dove andrà il giocatore. È chiaro che sarebbe meglio andasse all'estero. Al momento l'Inter ha fatto una proposta che a Zingonia non considerano adeguata né sul piano economico né per la formula del prestito con obbligo di riscatto. L'Atalanta non ha tilanciato, si spera che possano arrivare altre proposte (Atletico Madrid? Arsenal?) ma la situazione non è positiva per i nerazzurri bergamaschi.
Un giocatore sotto contratto, come era Koopmeieners e come è Lookman, si può trattare solo se la società che ne detiene il cartellino autorizza questa azione. L'anno scorso l'olandese fece di tutto per andare alla Juventus: il giorno che ha mandato il primo certificato, la Vecchia Signora ha offerto circa 32 milioni di euro. La Dea, alla fine, lo ha venduto per i 60 milioni che voleva. Il punto è che se fosse arrivato il Napoli (ad esempio) con 62 milioni, il ragazzo non ci sarebbe andato. Lookman in questo momento pare non voglia accettare altre destinazioni che non siano l'Inter.
Facciamo finta che un contratto da 5 milioni (bonus compresi) all'anno non sia già stato proposto al ragazzo, la domanda è semplice: se arrivasse l'Atletico e mettesse sul piatto 50 milioni, l'Atalanta accetterebbe? E se l'Atalanta accettasse, poi Lookman cosa farebbe? Certo, si potrebbe forzare la mano e lasciarlo fuori. Lookman a dicembre ha la Coppa d'Africa, quindi stare fermo non gli converrebbe.
Tutto questo per dire cosa? Che siamo al punto di partenza. Ovvero le società, con cui questi ragazzi hanno stipulato un regolare contratto, sono assistiti da personaggi che mettono davanti a tutto gli interessi del giocatore. E basta. O ti pieghi al loro volere o vai allo scontro. Se nessuno cede, il giocatore resta fuori. Se la società cede, il giocatore va a giocare dove decide. Possibile che non si possa fare nulla? Possibile che le società siano sotto perenne scacco di chi indossa la loro maglia? In attesa di risposte, meglio pensare a chi può arrivare. È davvero ciò che conta di più.