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La cartolina da Parigi: quelle sciarpe tese a fine partita e l’abbraccio alla squadra appena sconfitta

Nonostante la brutta sconfitta, la formazione nerazzurra è stata applaudita da chi era arrivato al Parco dei Principi per sostenerla

La cartolina da Parigi: quelle sciarpe tese a fine partita e l’abbraccio alla squadra appena sconfitta

di Fabio Gennari

A mente fredda, quell’immagine a fine partite con il settore ospiti nerazzurro e le sciarpe tese di fronte ai giocatori che stavano andando a salutare chi li aveva seguiti anche nella capitale francese ha un sapore particolare. Speciale. Forse uno dei pochi raggi di luce in una sera buia, che ha messo parecchia preoccupazione nell’ambiente per quello che la squadra non è riuscita a fare. Con grandi attenuanti, certo. Ma comunque una brutta serata.

Quella dimostrazione d’affetto, l’ennesima, vista alla vigilia della gara contro il Torino (si gioca domani, domenica 21 settembre, e dove il settore ospiti resterà vuoto per gli scontri con i tifosi del Como dopo la partita di Parma) conferma l’amore viscerale per la Dea della sua gente.

Ed è anche per questo sentimento d’amore che ci sono preoccupazioni e reazioni di pancia quando le cose non vanno bene, così come le vittorie, indipendentemente dalla squadra contro cui vengono ottenute, rasserenano tutti.

Il cambio di guida tecnica non regala mai certezze. Le cose possono andare bene, meglio di prima (i casi sono pochi, soprattutto se chi è andato via ha scritto la storia, come Gasperini) ma anche molto male. Prendete Ten Hag, chiamato a sostituire quest’anno Xabi Alonso sulla panchina del Bayer Leverkusen: è durato pochissimo, cacciato dopo due partite.

La pazienza, il bisogno di dare tempo a Juric per impostare il suo corso e accettare che le cose possano andare bene o male, magari con un’altalena di risultati a corredo, è l’unica cosa che si può fare in questo momento.