La sensazione, a notte fonda mentre l’adrenalina non accenna a diminuire, è che sia stato fatto qualcosa di grande. Certamente nelle corde del gruppo, ma comunque importante. Perché inedito, almeno in questa stagione.
Contro l’Eintracht, la Dea ha vinto la quinta partita ufficiale del suo cammino 2025/26 fatto (finora) di 17 gare tra Serie A e Champions League. Non sono molte, però questa rischia di essere molto più pesante di quanto non dicano i 3 punti ottenuti in classifica. Per lo spirito, per l’essere riusciti a ottenere un successo nonostante nel primo tempo, dopo due pali colpiti, ci si sarebbe potuti lasciar prendere dallo sconforto.
La squadra ha giocato con coraggio, personalità, non si è mai fatta mettere sotto da quei dettagli e quei momenti che in certe situazioni potrebbero davvero farti cadere in ginocchio. Pensate al doppio palo di Lookman e Scamacca: moccoli e imprecazioni udite in tutta Bergamo e provincia (oltre che allo stadio) e il timore che potesse poi arrivare la beffa. Niente di tutto questo: la Dea è tornata in campo ha vinto segnando tre gol in cinque minuti. Per la seconda volta in stagione, lontano da casa. Solo che il Torino e l’Eintracht in Champions non sono la stessa cosa.
Autostima e fiducia sono ai massimi livelli dopo una gara così. Palladino ha concesso una giornata di riposo oggi (giovedì 27 novembre), il lavoro riprenderà domani pomeriggio al Centro Bortolotti di Zingonia. Quasi a voler staccare la spina e non farsi prendere dalla foga di fare risultato a tutti i costi anche contro i viola. Non che non sia importante quella partita, ma ci si arriva con il lavoro, facendo le cose per bene e ricordandosi di Francoforte. Per rendersi conto che l’Atalanta sa come si fa e deve ora farlo con continuità.