Festeggiato con una maglia dedicata

Le mille avventure del Dorino Un fuoriclasse di magazziniere

Le mille avventure del Dorino Un fuoriclasse di magazziniere
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Dorino non è un magazziniere qualsiasi, è qualcosa di più. Lavora con l’Atalanta dal marzo del 1992 e intervistarlo è quasi impossibile. Domenica scorsa, contro il Bologna, l’inesauribile collaboratore nerazzurro ha tagliato il traguardo delle 1000 partite con l’Atalanta, festeggiate poi con sorpresa nel ristorante del Centro Bortolotti di Zingonia.

Maglia numero 1000 e Coppa del Mondo. Nato a Vilminore di Scalve nel 1961, Isidoro Arrigoni per tutti è Dorino. Sabato 19 marzo, giorno della festa del papà, Dorino era nel suo magazzino del Centro Bortolotti di Zingonia a sistemare alcune cose dopo l’allenamento quando è stato chiamato nella sala ristorante. Appena aperta la porta, il gruppo di giocatori e tutto lo staff tecnico e societario lo hanno accolto con un applauso, condito da una maglia in regalo da parte di Percassi: dietro, eloquente il numero 1000. Pare che Dorino non abbia capito subito cosa stesse accadendo, frastornato e visibilmente emozionato non ha quasi proferito parola, nemmeno nel momento in cui il presidente gli ha consegnato la maglia e una fedele riproduzione della Coppa del Mondo. Sposato con Gabriella da cui ha avuto i due figli Valentina e Luca, Dorino vive a Nese ed è arrivato all’Atalanta all’epoca della prima presidenza Percassi.

 

#AtalantaBologna tutto pronto nello spogliatoio 1000 partite per Dorino #ABC1907 #AndiamoallAtalanta

Una foto pubblicata da Atalanta B.C. (@atalantabc) in data:

 

  Lavoratore instancabile, autentico computer vivente. Tutti quelli che lavorano vicino a Dorino, i giocatori che lo hanno conosciuto nei 24 anni di militanza atalantina e parecchi addetti ai lavori definiscono il magazziniere dei bergamaschi come un autentico fuoriclasse. L’anno scorso, proprio con un articolo dedicato alle scarpe dei calciatori orobici avevamo conosciuto la sua grandissima preparazione: di ogni giocatore Dorino ricorda numero di scarpe e modello preferito, senza bisogno di computer o di appunti particolari. Molti giocatori, dopo averlo conosciuto, capiscono fino in fondo quanto lavoro faccia, un impegno che in altre società è svolto da un team di almeno 2-3 persone. Si dice che ci metta pochissimo a memorizzare tutte le preferenze dei nuovi arrivati, e prima di ogni allenamento è lui che prepara lo spogliatoio con kit personalizzati per tutti. In base alle condizioni meteo e a quelle del terreno di gioco, Dorino sa benissimo se qualcuno preferisce la tuta o la calzamaglia, il calzino di spugna oppure la calza lunga, la felpa o il k-way. Tutto con un’organizzazione e una meticolosità impressionante.

Sempre disponibile, mai al centro della scena. Il suo lavoro nel giorno delle partite inizia molto presto e finisce molto tardi. Quando l’Atalanta gioca in casa alle 15, Dorino arriva allo stadio già alle 10 del mattino. Quando i giocatori iniziano a vestirsi e la gara si avvicina, lui quasi scompare, ma basta che qualcuno chieda una maglia in più, un aiuto per i tacchetti o qualsiasi tipo di altra cosa di sua competenza ed ecco che la mano del Dorino si allunga e risolve il problema. A lui hanno sempre voluto bene tutti quanti, e anche gli ex giocatori si ricordano dei suoi modi. In passato, il suo rapporto con l’ex capitano Cristiano Doni è diventato fortissimo: per capirsi bastava uno sguardo.

3 punti fondamentali per una persona fondamentale per @atalantabc #dorino #1000partite #grandevittoria Una foto pubblicata da Roberto Gagliardini (@robertogaglia) in data:

 

Il furgone e centinaia di scarpe. Negli ultimi anni, l’organizzazione delle trasferte atalantina ha portato il bus ufficiale a seguire la squadra praticamente ovunque. In passato invece, capitava che Dorino andasse in giro con il suo furgone per caricare il materiale necessario, senza dimenticarsi mai tutto quello che serviva. Nei lunghi viaggi su e giù per lo stivale, con la musica degli amati Pink Floyd nelle orecchie (possiede anche una stupenda collezione di vinili) non cede mai il volante nemmeno per un chilometro. Pure quando si parla di tragitti molto lunghi: nell’ultimo anno disputato dalla Serie B, dopo la vittoria di Frosinone, insieme al massaggiatore Ginami il magazziniere nerazzurro è rientrato in città in 7 ore nette (da mezzanotte alle prime luci del mattino) senza mai riposarsi un attimo.

Le scarpe dei giocatori sono la sua grande passione. Ne possiede a centinaia, da quelle dell’esordio di Doni con la Nazionale al Mondiale 2002 passando per quelle indossate da Denis la sera della tripletta di San Siro, o il paio indossato da Nappi durante un'Atalanta-Alzano. Ogni volta che un giocatore gli dice: «Doro, queste scarpe non le uso più», lui valuta se si tratta di un paio speciale e le cataloga con un cartellino per non scordarsi nessun dettaglio.

Convinto che prima o poi l’Atalanta aprirà un museo, la sua intenzione è quella un domani di donare tutti gli scarpini alla società, ma intanto si limita a regalare grandi emozioni in momenti speciali. Al matrimonio di Bellini, Dorino portò una serie di calzature del recordman di presenze atalantine comprese quelle della partita di esordio: si parla di un paio di Diadora Italica che Carrera (allora all’Atalanta) passò al capitano atalantino quando ancora giocava in Primavera. Inutile dire che quel giorno Bellini si commosse.

 

⚫️ #dorino #1000 #semprepresente #atalanta #campionepericampioni #mc ©seriea_tim Grande Dorino

Una foto pubblicata da Ⓜ️marco cerescioli (@marco_ceres) in data:

 

Sempre con il sorriso sulle labbra. Da fuori può apparire burbero e silenzioso, invece Dorino è una delle persone più serene e sorridenti che si possano incontrare. Pare che nessuno lo abbia mai visto arrabbiato e che, allo stesso tempo, nessuno si sia mai arrabbiato con lui. Quando un giocatore lascia l’Atalanta, capita spesso che nell’intervista di addio riservi un pensiero per lui. Tifoso atalantino da sempre, il “Doro” mangia pochissimo e quasi mai a pranzo. Il suo must è la colazione con cappuccino e brioches (li consuma anche 2-3 volte al giorno) e nel suo lavoro spesso gode di grandi soddisfazioni nei campi più impensabili. Ricordare le grandi vittorie negli stadi più importanti d’Italia è perfino banale, per un lavoratore come lui sono i successi in contesti decisamente più complicati a dare maggiore soddisfazione. Ecco perché la vittoria del 2011 sul campo del Cittadella, in uno stadio piccolo che logisticamente ha richiesto tantissimo impegno, o quella al Castellani di Empoli in questa stagione rappresentano momenti che uno come il Dorino vive con ancora più trasporto.

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