L'editoriale di Xavier Jacobelli

La Dea è una grande squadra. Il camaleonte Gasp l’ha confermato a Verona

La Dea è una grande squadra. Il camaleonte Gasp l’ha confermato a Verona
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di Xavier Jacobelli

Dopo Madrid, soltanto una grande squadra poteva reagire come ha reagito l’Atalanta, imponendosi con disarmante autorevolezza sul Verona, una delle più belle realtà del campionato. E siccome l’Atalanta è una grande squadra, alla luce dei risultati di Juve, Napoli e Roma, i tre punti del Bentegodi valgono doppio nella grande corsa a un posto in Champions League.

Fabio Capello ha definito Gian Piero Gasperini l’unico allenatore europeo del calcio italiano. Ha detto bene. Il tecnico di Grugliasco possiede la camaleontica capacità di cambiare formazione e, alla bisogna, di cambiare idea anche su una delle sue più conclamate convinzioni tattiche: la difesa a tre. Dopo la bellezza di 4 anni, 6 mesi e 223 partite dall'ultima volta (Atalanta-Torino 2-1, era l'11 settembre 2016), a Verona la Dea si è schierata con la linea Djimsiti, Romero, Palomino e lo stoico neo azzurro Toloi, fortuitamente colpito dalla tacchettata di Barak. Non solo: rispetto alla sconfitta con i Blancos, il tecnico ha modificato cinque undicesimi dell’assetto iniziale e nel finale ha pure consentito a Kovalenko di debuttare in Serie A.

Malinovskyi e Zapata hanno sigillato la vittoria; Ilicic ha concesso un colpo da professore e soltanto la traversa gli ha negato una di quelle soddisfazioni che solo lui sa prendersi quando la sua luna è buona; Miranchuk e Pasalic stanno crescendo; Gollini è tornato e subito ha mostrato che la concorrenza di Sportiello gli fa un gran bene.

La primavera è cominciata nel migliore dei modi, il successo sull'Hellas non poteva segnare l’inizio della sosta in un modo migliore. La volata per un posto in Champions si annuncia durissima. Gasp l’ha rimarcato: non bisognerà sbagliare un colpo. Tuttavia, dimenticare subito Madrid passando su un campo difficile per tutti, qual è il Bentegodi, significa dimostrare sul campo che la lezione appresa all'università del calcio non ha fiaccato la forza di un gruppo sempre capace di fare cose straordinarie.

Dopo la sosta, il primo trittico delle ultime dieci gare proporrà Atalanta-Udinese, Fiorentina-Atalanta e Atalanta-Juve. Già, la Juve, agganciata al terzo posto, anche se ha una partita da recuperare e dopo la catastrofica sconfitta interna con il Benevento, è in preda a una crisi dagli sviluppi imprevedibili. La sfida del 18 aprile precederà di un mese e un giorno la finale di Coppa Italia. Ci sarà da divertirsi.

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