La Dea che gioca in anticipo Un mercato coi passi giusti

La Dea che gioca in anticipo Un mercato coi passi giusti
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Fretta e pazienza, di solito, non vanno molto d’accordo. Applicando il concetto al mercato atalantino, tuttavia, si scopre come il modo di agire del direttore tecnico Giovanni Sartori e dell’amministratore delegato Luca Percassi (gli attori principali di tutte le operazioni di mercato) si stia rivelando un mix vincente per evitare di farsi travolgere dal mare grosso delle trattative. Pensateci bene: Paloschi acquistato con largo anticipo, Cigarini lasciato partire dopo che Carmona e Kessie hanno dato le migliori garanzie in ritiro o ancora la cessione di de Roon, l’acquisto di Zukanovic con Suagher infortunato e poco prima del grave stop subito dal romanista Mario Rui. Senza dimenticare i rinnovi di D’Alessandro, Caldara e Gagliardini oltre a Gomez, Sportiello, Pinilla, Cabezas e molto altro.

 

 

Paloschi e Petagna allenamento

 

Paloschi-Atalanta il 17 giugno. Fino al 31 agosto ogni valutazione sul mercato può cambiare in base ad entrate e uscite, ma dopo la conquista della salvezza e la svolta in panchina con Gasperini (14 giugno) i nerazzurri hanno subito sistemato lo spinoso nodo centravanti con Alberto Paloschi. L’ingaggio del centravanti di Cividate si è concretizzato in poco tempo, Sartori ha verificato telefonicamente la situazione con il ragazzo, che era in vacanza ad Ibiza, e pochi giorni dopo è volato in Spagna per chiudere l’operazione in attesa dell’accordo completo con lo Swansea.

Paloschi è costato molto (circa 6 milioni più 1-1,5 di bonus), ma Sartori, subito dopo l’ingaggio, ha detto: «Siamo contenti, abbiamo centrato subito un grande obiettivo. Se non avessimo preso Paloschi sarebbe stata dura trovare un altro centravanti che rappresentasse una garanzia in serie A, disposto a venire all’Atalanta». Un mese e mezzo dopo, con Paloschi ormai pienamente calato negli schemi di Gasperini, basta guardare le concorrenti per la salvezza e capire come tanti stiano cercando un centravanti, ma quasi nessuno ha la soluzione pronta. Il Cagliari sta chiudendo per Borriello - che a Bergamo avrebbe fatto la riserva -, il Bologna è nei guai con Destro e Floccari infortunati, il Crotone e il Pescara sono alla ricerca di soluzioni ma anche Udinese (Thereau in partenza), Genoa (Pavoletti in partenza), Sampdoria e Palermo non sono a posto. In questo caso, l’anticipo ha fatto la differenza. Pinilla, che all'Atalanta andrebbe in panchina, lo prenderebbero tutti. All’istante.

 

de Roon Mioddlesbrough

 

De Roon-Middlesbrough il 4 luglio. Per un’operazione importante in entrata, eccone una in uscita che è stato un capolavoro di mercato. Tutti a gennaio si sono fatti ammaliare dalle sirene provenienti da Napoli che rilanciavano un’opzione “morale” degli azzurri su de Roon. Risultato? Sotto traccia l’Atalanta ha ascoltato la volontà del giocatore di volare nel Regno Unito e le richieste degli inglesi del Middlesbrough, incassando una plusvalenza da applausi. A fronte di una spesa da 1,3 milioni (con stipendio da 280mila euro al ragazzo), de Roon è andato in Inghilterra per 10 milioni di euro più 4 di bonus vedendosi lo stipendio quintuplicato.

Una cessione di questo tipo prima del ritiro significa due cose: partire per Rovetta senza mal di pancia dentro al gruppo e dare a tutti il chiaro messaggio che da quel momento in avanti l’Atalanta ha puntato sugli altri giocatori e che non ha più la necessità totale di vendere. De Roon era molto chiacchierato, al pari di Sportiello e Gomez. In attesa di capire cosa accadrà da qui a fine mercato registriamo come quasi un mese dopo l’Atalanta sia rimasta con il portiere e il numero 10 (cardini del gruppo) in organico e i conti a posto.

 

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Cigarini-Samp il 17 luglio. Il ritiro nerazzurro in Valle Seriana è iniziato il 10 luglio, Gasperini aveva cominciato i lavori a Zingonia qualche giorno prima e fin dai primi allenamenti ha cercato di dare alla squadra la sua impronta di gioco. Nella zona centrale del campo, per due posti, il tecnico di Grugliasco aveva a disposizione Carmona, Kessie, Kurtic, Gagliardini, Freuler, Migliaccio e Cigarini. Il numero 21 emiliano era l’unico con caratteristiche di impostazione, ma sono bastate poche sedute per capire che in quella zona la nuova Atalanta ha bisogno di velocità e forza fisica.

Domenica 17 luglio sono stati intensificati i contatti e lunedì 18 luglio la Sampdoria ha acquistato ufficialmente Cigarini per una cifra vicina ai 3,5 milioni di euro. L’Atalanta chiedeva 3 milioni, i blucerchiati ne offrivano due ma l’inserimento di Cagliari, Torino e Palermo ha permesso di strappare qualche soldo in più. Dunque i dirigenti hanno aspettato il responso di Gasperini dopo gli allenamenti, hanno metabolizzato la richiesta di rinnovo di Cigarini e hanno deciso di non confermarlo. Solo il tempo dirà se la scelta è stata giusta oppure no, ma con un giovane in rampa di lancio come Kessie (classe ’96), il recupero di Carmona e Kurtic più Gagliardini, Freuler e Migliaccio a disposizione, l’Atalanta sembra ampiamente coperta.

 

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Zukanovic-Atalanta il 21 luglio. L’operazione probabilmente più importante dal punto di vista del tempismo è quella che riguarda il difensore nazionale bosniaco della Roma Zukanovic. Sartori lo conosceva dai tempi del Chievo, è stato lui a curare la trattativa con i veronesi nel 2014 per portarlo in Italia e finalmente lo ritrova a Bergamo dopo le esperienze con Sampdoria e Roma. La società, prima di partire per Rovetta, aveva già sentore che l’infortunio a Suagher fosse grave e c’era dunque bisogno di accelerare.

Zukanovic in ritiro con la Roma aveva subito un colpo alla caviglia ma l’Atalanta non ha aspettato di vederlo pienamente recuperato, scegliendo di accelerare fino alla chiusura prima della partenza dei giallorossi per Boston e verso la fine del ritiro di Pinzolo. Nemmeno 10 giorni dopo, in America, il terzino ex Empoli Mario Rui ha subito la rottura del legamento crociato e il direttore sportivo Sabatini adesso è costretto a cercare un terzino destro, uno sinistro e un centrale alternativo a quelli in rosa: Zukanovic, oggi, non sarebbe mai andato via dalla Roma con il Preliminare di Champions alle porte e tanta penuria di difensori.

 

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I rinnovi dei giovani e gli altri. D’Alessandro, Caldara e Gagliardini hanno rinnovato il contratto a ritiro appena iniziato e l’obiettivo della società è blindare i ragazzi in prospettiva futura (leggasi programmazione). Il prossimo ingaggio, ormai sicuro, del giovane attaccante esterno dell’Ecuador Bryan Cabezas (classe 1997) e il forte interesse per l’esterno della Roma Federico Ricci (classe 1994) rappresentano altri movimenti che vogliono anticipare la concorrenza su tutto il fronte. E in questo contesto, anche la posizione di grande attesa dell’Atalanta su Sportiello (che non se ne vuole andare) e Gomez (che ha dichiarato di aspettare una big, ma che è felice anche qui) rappresenta una certezza per tutto l’ambiente.

L’Atalanta non ha nessuna fretta né voglia di far partire i suoi due gioielli. La società li ritiene incedibili e a meno di offerte irrinunciabili lo scenario non è destinato a cambiare. Se anche dovessero arrivare proposte di 9-10 milioni per il portiere e di almeno 15 per l’italo-argentino, non è garantito che i dirigenti orobici accettino di cederli senza pensarci e soprattutto senza avere in mano alternative di pari valore. Il bilancio è importante ma la salvezza è fondamentale, la società non punta solo a cedere per mettere soldi in cassa e Gasperini non si è mai lamentato pubblicamente come hanno fatto, ad esempio, Oddo (Pescara) e GianPaolo (Sampdoria), chiedendo rinforzi. L’Atalanta titolare è fatta, le alternative stanno arrivando e se esce qualcuno ne arriverà un altro di pari valore. Al campionato manca pochissimo, l’intenzione è quella di completare la squadra e non di smantellarla. Serve il giusto mix di fretta e pazienza. A tutti i livelli.

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