La Dea attraverso i numeri Non si vola alti a caso...

La Dea attraverso i numeri Non si vola alti a caso...
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Statisticamente parlando, i numeri dell’Atalanta sono pazzeschi. Il tifoso medio guarda la partite e si diverte per il gioco espresso, lo stesso tecnico Gasperini ha dichiarato in passato di non essere particolarmente legato alle statistiche raccolte nei report elaborati al termine di ogni partita, ma per raccontare al meglio il momento che vive la Dea, secondo noi, è significativo anche guardare ai numeri. Perché quelli non mentono mai.

 

Crotone's Gian Marco Ferrari. (R) and Atalanta's Franck Kessie. (L) in action during the Italian Serie A soccer match FC Crotone vs Atalanta Bergamasca Calcio at Adriatico G. Cornacchia stadium in Pescara, Italy, 26 September 2016. ANSA/CLAUDIO LATTANZIO

 

Quasi 1240 km in 600 minuti effettivi. L’Atalanta ha giocato 12 partite in questo campionato per un totale di 1151 minuti. Il tempo effettivo è stato decisamente inferiore (siamo poco sotto quota 600 minuti) e i giocatori hanno percorso complessivamente 1240 km conquistando 22 punti: praticamente, i nerazzurri conquistano un punto per ogni 56 km di corsa. Il possesso palla è inferiore rispetto a quello degli avversari (310 contro 290 minuti della Dea) ma ciò che conferma l’indole propositiva della squadra di Gasperini sono i numeri dell’attacco. L’Atalanta ha segnato 19 gol e ne ha presi 13, ha tirato in porta 67 volte contro le 56 degli avversari mentre le conclusioni fuori dallo specchio sono state 57 contro le 46 subite. Complessivamente, le occasioni da gol create sono state ben 88 (una media di 7,3 a partita considerando anche le gare di inizio stagione) a fronte delle sole 67 concesse. Tra le avversarie già affrontate, va ricordato, ci sono anche Lazio, Fiorentina, Inter, Genoa e Napoli che hanno attacchi tutt’altro che deboli.

 

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Precisione e intensità, ecco la ricetta. La squadra gioca con fierezza tenendo il baricentro spesso molto alto (50 metri e mezzo di media con punte di quasi 60 metri) restando raccolta in 25 metri di lunghezza (un quarto del campo) per 31 di larghezza (metà del campo): mediamente i ragazzi di Gasperini si muovono in 780 metri quadrati di terreno facendo grande densità e concentrando i loro sforzi in uno spazio che è solo l’11 per cento di tutto quello disponibile. Con questi riferimenti geometrici, i dati di precisione sono ancora più incredibili. La Dea ha perso finora 349 palloni a fronte di 294 palloni recuperati, i passaggi sbagliati sono stati 299 a fronte di 161 azioni manovrate e 160 lanci lunghi. Questi numeri, letti da soli, forse non hanno grande significato ma basta aggiungere un dettaglio per cambiare la prospettiva: gli avversari, per quasi tutti gli stessi indicatori, hanno sempre fatto peggio. Quindi hanno perso più palloni (427), ne hanno recuperati meno (244) e hanno sbagliato molti più passaggi (330).

 

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I migliori, voce per voce. Le statistiche di squadra sono importanti ma quelle relative ai giocatori regalano spunti ancora più interessanti. Gomez è il giocatore che ha giocato di più (1045 minuti), il cannoniere è sempre Kessie (4 gol) ma sono ben 8 i calciatori che sono andati a segno: 5 gol sono arrivati dai difensori (2 Masiello, 2 Caldara e 1 Conti), 7 dai centrocampisti (4 Kessie e 3 Kurtic) e 7 dagli attaccanti (3 Gomez, 3 Petagna e 1 Pinilla). La Dea ha battuto 3 calci di rigore, 2 sono stati realizzati (Kessie con il Torino, Pinilla con l’Inter) mentre 1 solo è stato fallito (Paloschi a Cagliari). Gomez è il più pericoloso (15 tiri in porta, 12 tiri fuori e 19 occasioni da gol complessive), gli assist (intesi come palloni smarcanti per i compagni) vedono Petagna davanti a tutti con 7 servizi decisivi mentre i cross al centro sono terreno fertile per Dramè che ne ha piazzati 11 in 8 partite. Il più ammonito è Conti (5 gialli) ma il più falloso è Kessie (24 falli in 10 partite), Masiello (32) e Toloi (30) sono in testa alla classifica dei palloni recuperati mentre il solito Gomez è quello che ne ha persi di più: ben 42 in 12 giornate.

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