L'appello

A questo punto, la domanda sorge spontanea: alla Uefa sono impazziti?

Inconcepibile come chi governa il calcio da Nyon abbia ancora dei dubbi su cosa bisogna fare

A questo punto, la domanda sorge spontanea: alla Uefa sono impazziti?
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di Fabio Gennari

Non ci sono parole, non è nemmeno il caso di perderci troppo tempo ma, con tutta franchezza, non possiamo non farci questa domanda: alla Uefa sono impazziti tutti? Il Coronavirus sta mettendo in ginocchio il mondo intero, dall'Europa all'America è uno stillicidio di competizioni che vengono fermate per precauzione, e i signori del calcio di Nyon cosa fanno? Decidono di non decidere. Perché di questo stiamo parlando, un organismo che ha migliaia di persone in giacca e cravatta pagate per far andare tutto nel verso giusto ma che non riescono a dire stop.

Il comunicato emesso ieri (12 marzo) dalla Uefa è allucinante: si dice che martedì 17 marzo sarà presa una decisione in conference call e intanto le partite di Europa League (quelle giocate e dove ancora non è tutto chiuso) sono andate avanti. Ma Ceferin, il numero uno della Uefa, conosce il significato della parola "pandemia" e il ruolo che svolge l'Oms a livello planetario? Dalle parti di Nyon è chiara la situazione oppure le tribune piene di Anfield Road a Liverpool sono l'unico vero motivo per andare avanti?

Il Covid-19 non è una malattia letale ma siamo di fronte a un virus contagiosissimo. Lo spiegano ai bambini dipingendolo come un mostricciattolo che salta da una persona all'altra moltiplicandosi. Quindi i bambini capiscono subito il perché bisogna stare a casa. Non per anni, non per mesi, ma per giorni sì. Un paio di settimane, forse tre o quattro. Cosa c'è da discutere in videconferenza? Ballano troppi soldi e quindi si preferisce tirarla più avanti possibile? Lo diciamo da atalantini, gente che i quarti di finale li ha sempre e solo visti in tv: datevi una svegliata, fermate tutto e rimandate gli Europei. Ne va del bene di tutti. Più avanti rimetteremo in moto il carrozzone, ma adesso non è il caso di continuare a guardare il mondo con le fette di salame a forma di euro sugli occhi.

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