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La lunga intervista di Gasperini a Radio Serie A, tra aneddoti e orgoglio atalantino

Il tecnico dei bergamaschi ha parlato al canale ufficiale della Lega e ha toccato tantissimi argomenti in oltre 45 minuti di chiacchierata

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di Fabio Gennari

Centro Bortolotti di Zingonia, palestra adiacente gli spogliatoi. Due sedie, una per Alessandro Alciato di Radio Serie A e l'altra per Gian Piero Gasperini. Una chiacchierata lunga, oltre 45 minuti di podcast che valgono molto più di un semplice "tempo" di partita.

Tante cose interessanti, concetti nerazzurri (ma non solo) e la consapevolezza di essere (ancora) in mezzo a una storia bellissima che nessuno, né Gasperini né l'Atalanta, aveva mai vissuto prima all'ombra di Città Alta.

«La mia storia con l'Atalanta è meravigliosa, spero duri ancora a lungo - ha detto il Gasp -. Abbiamo raggiunto una dimensione importante, questo è il mio ottavo anno e in Italia sono l'allenatore più longevo. Sono stato agevolato dall'aver trovato un ambiente in cui ci siamo consolidati a vicenda. C'è sempre stato un rispetto totale tra me e la proprietà. Sono cambiati gli obiettivi nel corso degli anni, le difficoltà sono aumentate».

Un rapporto che dura da tempo e che il tecnico spiega anche così: «Difficile sopportarmi? Il calcio è una materia di confronto, non sempre si è d'accordo, ma si possono creare delle basi per crescere e migliorare. Abbiamo diversi confronti, qui ho trovato una proprietà fantastica che mi ha sempre lasciato lavorare nel modo migliore. Periodicamente si possono avere visioni differenti, io sono un tecnico della società e faccio valere le mie idee, sempre nel rispetto della proprietà, che è quella che, in assoluto, deve decidere».

Tra le tante altre curiosità rivelate, come gli approcci che ci sono stati in passato con la Nazionale e la Juventus (quando però ancora era al Genoa), anche la commozione per il periodo difficile vissuto da Ilicic e il periodo del Covid, fino ad arrivare ai 500 punti raccolti in A con la Dea. Il mister dei bergamaschi ha parlato poi di cosa chiede ai giocatori che arrivano e alla possibilità, un giorno, di vincere il campionato. «Quello che io chiedo a un nuovo atleta è di integrarsi immediatamente nel territorio e nella mentalità di questa società. Grande professionalità e appartenenza. Poi c’è l'aspetto tecnico. Gli atteggiamenti sono fondamentali: in questo, io e la proprietà abbiamo la stessa visione. Dobbiamo avere sempre atteggiamenti adeguati a quello che rappresenta l'Atalanta».

«Scudetto? Per arrivare lì servono più di 80 punti probabilmente: non ci siamo ancora riusciti. Per noi, il traguardo possibile è la vittoria della Coppa Italia. L'abbiamo sfiorata due volte. Tutte le altre competizioni sono difficili da vincere, perché c'è una grande disparità tra le squadre: le big hanno risorse enormi in tutti i campionati. Le disparità economiche sono notevoli, i profitti maggiori arrivano dai diritti televisivi che però non sono divisi in maniera equa, è difficile competere. In Europa, chi vince ha dei bilanci spaventosamente in rosso che vengono coperti da certi presidenti. L'Atalanta non può avere un miliardo di debiti, altre società se lo possono permettere».

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