La prima volta di Juric su Gasp: il prezzo dell’impresa di Liverpool. Le fatiche si pagano, ma niente drammi

di Xavier Jacobelli
C’è sempre una prima volta. Ivan Juric non aveva mai battuto il maestro Gian Piero Gasperini. Sino al 28 novembre 1990. La vittoria del Verona è stata meritata: il rigore di Veloso ha rotto l’equilibrio di un incontro giocato a gran ritmo da due squadre che sono due gocce d’acqua, quanto a tattica, mentalità, carica agonistica. La rete di Zaccagni in contropiede ha chiuso la partita.
Non è il caso di drammatizzare: l’Atalanta ha creato diverse occasioni, l’inizio della ripresa è stato tambureggiante, l’Hellas ha avuto la forza di resistere al forcing e non è un caso che i gialloblù vantino la miglior difesa del campionato assieme a quella juventina (7 gol subiti in 9 partite).
La verità è che la straordinaria impresa di Liverpool ha preteso un pedaggio e la Dea l’ha pagato: era prevedibile, dopo le fatiche di Anfield e l’enorme sforzo profuso per battere i campioni del mondo in casa loro, soltanto 72 ore prima della gara con il Verona. Questo non è un alibi, ma un dato di fatto incontrovertibile. E onore a Juric che in tv, dopo la partita, ha esaltato il lavoro di Gasperini, la vittoria di Liverpool e non l’ha fatto certamente per piaggeria.
Sapevamo quali pericoli avrebbe comportato giocare dieci partite in un mese: un tour de force durissimo, senza un attimo di respiro, al tempo del Covid, dei tamponi e di tutto quanto questa anomala stagione si sta portando dietro. Eppure, nonostante la terza sconfitta patita in nove giornate, la fiducia nell’Atalanta non può e non deve essere intaccata.
Ora testa al Mitdiylland: è un bene che già martedì la Dea torni in campo. La squadra è in piena corsa per gli ottavi di Champions. Un passo alla volta, regalerà nuove, grandi soddisfazioni. I cavalli si vedono al traguardo, la corsa è appena cominciata.