La qualificazione in Champions dipende solo dall'Atalanta. Ma l'Atalanta oggi non c'è

di Fabio Gennari

In questi momenti bisogna cercare di essere pragmatici, ma anche onesti. Molto onesti. L'Atalanta, indipendentemente da come finirà questa sera (7 aprile) Bologna-Napoli, resta in zona Champions.

I bergamaschi sono terzi con 58 punti, con una vittoria dei felsinei potrebbero scivolare al quarto posto, con la Lazio che è 3 punti dietro ma in vantaggio con gli scontri diretti. Quindi nelle prossime sette partite bisogna fare 4 punti in più della formazione di Baroni per tenerla dietro. Il problema, tuttavia, è che l'Atalanta in questo momento è piantata. Ferma al palo.

I momenti difficili nel calcio capitano, non è la prima e non sarà nemmeno l'ultima. La competizione va accettata anche in questo senso. Però la Dea sta dando segnali molto negativi. Non segna da tre partite e nelle stesse gare ha calciato solo due volte bello specchio: Pasalic contro l'Inter, Retegui contro la Lazio. Per il resto, zero assoluto. E quello che fa riflettere è che parliamo del secondo attacco del campionato, un rendimento che a livello complessivo permette di tenere botta e restare in corsa, ma che, nelle ultime gare, mostra una tendenza estremamente negativa.

L'Atalanta che per mesi ci ha fatto sognare, in questo momento, non c'è più. Magari tornerà, con sette partite ancora in programma tutto può accadere, ma la squadra non crea occasioni, non segna e prende gol alla prima sbavatura. È successo con la Fiorentina e con la Lazio, contro l'Inter solo il palo ci aveva salvati. Nel complesso, non si vede una compagne che lascia l'impressione di poter fare risultato. Ripetiamo: non è una questione di punti persi o di classifica, qui si parla di rendimento. Quello dell'Atalanta, in questo momento, è negativo.