La sconfitta che brucia e la bestemmia del Gasp

La sconfitta che brucia e la bestemmia del Gasp
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La sconfitta che brucia, la squalifica che sorprende, il Var che innervosisce. È stato un martedì problematico in casa Atalanta. Dopo il 2-0 subito a Ferrara i nerazzurri si sono leccati le ferite ma non sono bastate poche ore per far passare la delusione e durante il corso della giornata è arrivata pure la beffa della squalifica di mister Gasperini. Insomma, piove sul bagnato in casa Atalanta, ma non c’è troppo tempo da perdere e urge trovare soluzioni per rialzare presto la testa.

Sconfitta netta, errori gravi. La partita persa a Ferrara ha motivazioni tattiche e un grande interrogativo sull’approccio alla partita sul piano della grinta e della cattiveria sportiva. L’Atalanta ha lasciato in mezzo al campo un uomo in più alla Spal (Schiattarella) con Gasperini che ha preferito Rigoni prima e Ilicic poi schierandoli come esterni nel 4-3-3. Il risultato è stato deleterio per le fortune degli orobici. Non è ovviamente solo questo che incide sulla valutazione generale, ma quando il migliore di tutti incappa in una giornata storta come questa resti come minimo stupefatto.

Dal punto di vista della carica agonistica, la Spal ha surclassato la Dea per quasi tutta la durata del match. I ferraresi sono arrivati prima su ogni pallone, sono riusciti a dimostrare una grinta e una cattiveria sportiva che alla lunga ha fatto la differenza e questa cosa non la alleni e non puoi far altro che stimolarla. Dentro a ogni giocatore dell’Atalanta in questo momento deve scattare qualcosa che porti alla luce una reazione importante, a San Siro domenica conterà molto di più la prestazione che il risultato, perché in una stagione lunga come quella di serie A i punti si fanno con il gioco e la Dea ne ha (ne aveva) uno scintillante.

 

 

Gasp bestemmia, fuori una giornata. Verso l’ora di cena, come se non bastasse l’umore già così a terra, è arrivata pure la squalifica del tecnico Gasperini per una giornata. Il motivo è spiegato chiaramente nel comunicato: «Il Sig. Giampiero Gasperini, allenatore dell’Atalanta, dopo la segnatura di un gol da parte della squadra avversaria, rivolgendosi in maniera concitata verso i componenti della propria panchina, veniva, tuttavia, chiaramente inquadrato dalle riprese televisive mentre proferiva espressione blasfema, individuabile dal labiale senza margini di ragionevole dubbio, e che, pertanto, tale comportamento deve essere comunque sanzionato ai sensi dell'art. 19, comma 3bis, lett. a), e della richiamata normativa sulla prova televisiva».

Rivedendo le immagini, non ci sono molti dubbi sull’accaduto. Dopo il replay del gol di Petagna che ha sancito l’1-0, il tecnico si è imbufalito per la marcatura dei suoi nei confronti dell’ex centravanti atalantino e dopo aver detto che «bisogna stare davanti» ha bestemmiato. Il labiale è chiaro, purtroppo anche un eventuale ricorso sembra già segnato in partenza perché, se c’è la regola e la prova tv interviene, appare difficile una retromarcia che cancelli la squalifica: Gasperini, a meno di clamorosi dietrofront, non sarà in panchina domenica a San Siro.

 

 

Il VAR va sostenuto e usato. Chiudiamo con una piccola annotazione sul Var. Lunedì sera a Ferrara c’è stato un episodio a dir poco clamoroso. Nel corso del 90esimo minuto, Ilicic è stato steso da Petagna al limite dell’area di rigore e le immagini hanno confermato che il tocco è avvenuto con il piede dell’ex centravanti della Dea sulla riga del limite dell’area di rigore. Quindi, visto che la linea fa parte dell’area, il fallo è in area e andava assegnato il rigore. La cosa incomprensibile è che sono state riviste le immagini dal Var, ma è stata confermata la punizione.

Si parla molto di fatti oggettivi e della possibilità del Var di togliere ogni dubbio, ma se anche di fronte alla chiarezza delle immagini vengono commessi questi errori il problema non è la tecnologia, il problema è chi la usa. Il protocollo è chiaro, perché non si applica? Perché si eccede in protagonismi che fanno solo salire la rabbia dei tifosi? Se c’è rigore e le immagini sono chiare, si assegna e basta. Sarebbe finita 2-1? L’avrebbe sbagliato l’Atalanta? Non importa, il rigore si assegna e basta. Se invece il Var vede che non è fallo, ribalta la punizione a favore della Spal. Siccome non è accaduto, l’errore è ancora più grave. E lo commettono gli uomini, non la tecnologia.

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