di Fabio Gennari
Prima sembrava veloce ma poco concreto, ma ora la percezione è totalmente diversa. Non tanto per quelle infinite piroette date in pasto al mainstream subito dopo il gol del vantaggio sul campo della Juventus, quanto per la giocata che ha regalato al popolo atalantino: accelerazione, dribbling su Gatti con palla sul destro e poi ancora rientro sul mancino con saetta scaricata all’angolino e Di Gregorio impietrito.
Kamaldeen Sulemana, ormai Dino per tutti noi amici nerazzurri, si sta ritagliando uno spazio sempre più importante nello scacchiere nerazzurro firmato da mister Juric.
Arrivato come alternativa in avanti, precisamente come cambio tutto da scoprire dalla parte di Lookman, il ghanese classe 2002 è già a 2 gol e un assist dopo le sfide contro le formazioni di Torino, ma, soprattutto, i segnali che ha mandato sono confortanti. Perché sul campo della Juventus è stato bravo anche a coprire e tornare in difesa, mentre sul campo del Toro ha messo in mezzo quel pallone per Bellanova che poteva valere il secondo assist e impegnato Israel con una sassata da fuori area.
Il ragazzo ha colpi importanti, palla a terra sa dialogare con i compagni e quando cambia marcia diventa difficile capire cosa possa fare, dove possa andare e con che piede fare la giocata decisiva. In un momento in cui i compagni hanno qualche acciacco o devono tornare al top della forma, ecco che Sulemana ha preso per mano la Dea e nelle due trasferte consecutive che hanno visto impegnata l’Atalanta si è ritagliano un ruolo da splendido protagonista. Risposta importante anche a chi lo considerava un oggetto misterioso.