La vittoria di Verona è preziosa per la classifica, per l'Europa League e... per la rosa
I segnali arrivati dal Bentegodi sono molto più pesanti del poco spettacolo che si è visto: poco male, non sempre si può essere scintillanti
di Fabio Gennari
Ci sono tante cose dentro la vittoria per 1-0 dell'Atalanta sul campo del Verona. Prima di tutto, conquistare 3 punti non è mai semplice e nemmeno scontato, soprattutto quando vai sul campo di compagini meno dotate di te sul piano tecnico ma con una buona classifica, quindi zero pensieri e tanta voglia di farsi notare e continuare a stupire.
A quota 12 punti la Dea è a soli 3 punti da Inter e Milan (che sono in vetta) e guarda con interesse alla gara di oggi tra Frosinone e Fiorentina: se i viola non vincono restano alle spalle.
Ovviamente è troppo presto per ogni discorso, ma vincere aiuta a vincere e regala certezze. Soprattutto se non ti devi presentare a sfide come quelle contro Juventus e Lazio con l'acqua alla gola e di mezzo pure la trasferta più insidiosa del girone di Europa League, ovvero quella sul campo dello Sporting Lisbona.
Le prossime tre gare hanno un coefficiente di difficoltà nettamente più alto delle precedenti, Gasperini e i suoi ragazzi ne sono pienamente consapevoli, ma la sfida dell'Alvalade è la più complessa e pesante per il percorso nella competizione. Non scordiamolo.
In ultima analisi, la rosa. Ruotare gli uomini come fatto a Verona (Holm e Hateboer un tempo a testa, Lookman e De Ketelaere pure, Zappacosta a completo riposo...) permette di alzare il livello delle alternative, sia in termini di numero che di qualità. Si tratta di una notizia positiva e che va guardata con fiducia pensando al futuro. Non sempre si può giocare bene e in modo travolgente, i punti in palio, però, sono sempre tre, sia che si travolga l'avversario come con il Monza, sia che si lotti pallone su pallone come a Verona. Bene così.