L'affetto della gente, il mercato troppo lungo e l'Atalanta che verrà: le parole del Gasp
Il condottiero degli orobici ha parlato a margine della sonora vittoria contro i dilettanti seriani e ha toccato temi interessanti
di Fabio Gennari
Il bancone delle interviste a Clusone accoglie il primo Gasperini dell'anno quando le sette della sera non sono ancora scoccate. L'Atalanta ha vinto 10-1 in amichevole contro i dilettanti del Clusone, ma il mister nerazzurro non concede nulla (come è comprensibile) ad analisi tecniche e tattiche di chissà quale profondità. La prima sgambata della stagione nerazzurra, infatti, è una passerella per la gente.
«Le vacanze le ho già dimenticate, tanti ragazzi sono appena arrivati ed è difficile fare valutazioni - ha detto il tecnico -. L'impatto con il pubblico è sempre molto bello, come tutti gli anni riceviamo grande affetto e nonostante il caldo si sente davvero un sacco d'amore. Queste sono partite un po’ di festa, ora giocheremo giovedì e sabato per dare tanto qualcosa a chi viene a sostenerci».
Già, l'amore dei tifosi. Lo stesso Gasperini lo ha sottolineato ancora quando ha parlato della permanenza a Bergamo: «Ho saltato con la Curva, lo faccio ogni anno. L'amore della gente per me è la gratificazione più grande. Sono sincero, è stata anche determinante per le mie scelte dopo quello che ho vissuto con il Monza, nell’ultima partita. Conquistare la qualificazione in Europa League per me è stata una grandissima soddisfazione, penso che la squadra abbia un po’ risentito del clima polemico che si è respirato in alcune situazioni e la risposta dell’ambiente è stata grandiosa. Vale la pena continuare e dare soddisfazioni a questa gente».
Sul mercato, senza concedere troppo al discorso portieri, alla necessità di altri difensori o di un nuovo attaccante («Tutti li cercano», ha detto il Gasp), sono arrivate parole molto nette e da parte del tecnico atalantino: «Questo è un mercato davvero complicato e difficile, lo vediamo in generale. In Italia è condizionato dalle date fuori luogo, non in linea con le esigenze degli allenatori che devono partire con i Primavera. Si va a perdere la funzione della preparazione, non ci sono movimenti, con tutte le squadre cercano di avere qualcosa in più in attacco. E non c'è nemmeno una data limite che puoi definire come l'ultimo momento in cui fare cessioni».
Anche sul discorso degli arabi il mister dei bergamaschi è chiaro. «Arabia Saudita? Vogliono rilanciare il calcio, quando giocavo io i migliori giocatori del mondo erano in Italia perché ricevevano i contratti migliori, grazie anche a Berlusconi, poi sono arrivati gli inglesi. Saltuariamente il calcio cambia, perché è uno sport fantastico che piace a tutto il mondo. In passato è stata la Cina e ora c’è l’Arabia, penso che nei prossimi anni succederà ancora di più. Dobbiamo avere idee migliori perché sul piano economico c’è chi ci supera».