L'Arsenal conferma: quando la Dea è concentrata, dietro si soffre pochissimo
A protezione di Carnesecchi, contro i Gunners, l'Atalanta si è mossa con grande compattezza e la porta è rimasta inviolata
di Fabio Gennari
Non è (solo) questione di velocità. Non è (solo) un discorso tecnico. La gara contro l'Arsenal, squadra organizzata e capace di trovare soluzioni offensive perfino su rimessa laterale, ha dimostrato che quando la Dea difende compatta e con tutti gli uomini in campo che partecipano alla fase di copertura, i risultati sono ottimi e dalle parti di Carnesecchi arrivano pochi pericoli. Anzi, pochissimi.
Djimsiti, Hien e Kolasinac sono una certezza per tutto il gruppo, davanti a loro si sono mossi alla grande de Roon ed Ederson per un quintetto che nella zona nevralgica del gioco ha "consigliato" ad Havertz e compagni di girare al largo. Una dimostrazione di forza importante, chiaro che bisogna recuperare e avere a disposizione i giocatori migliori per riuscirci (Inter docet) ma i segnali di conferma sono sempre importanti.
Ora si attende l'esordio di Kossounou, l'ivoriano arrivato dal Bayer Leverkusen può diventare un'alternativa molto preziosa con Godfrey e Toloi che devono recuperare dai rispettivi infortuni. Davanti a Carnesecchi (o Rui Patricio, quando giocherà) Gasperini ha bisogno di poter contare su uomini che siano garanzia di affidabilità e l'Atalanta che parte per organizzare in continuazione l'azione offensiva sa di avere questo tipo di certezze in difesa.
Traduzione. Domani senza concentrazione la dea ne becca 2 o 3