L'Atalanta è prima in classifica (se consideriamo solo ottobre)

L'Atalanta è prima in classifica (se consideriamo solo ottobre)
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E se vi dicessimo che l’Atalanta è capolista con una lunghezza di vantaggio su Juventus e Roma? Non siamo impazziti né abbiamo esagerato con il vino, ma ci sono dei numeri che dimostrano incontrovertibilmente che la squadra di Gasperini è in un momento che definire d’oro è riduttivo. Nelle ultime 5 partite, quindi Crotone, Napoli, Fiorentina, Inter e Pescara, i nerazzurri hanno conquistato 13 punti su 15 e nessuno in A ha fatto meglio: Juventus e Roma, nello stesso periodo, si sono fermate a quota 12, mentre il prossimo avversario degli orobici, il Genoa di Juric, è addirittura fermo a quota 8. È chiaro che queste statistiche lasciano il tempo che trovano in senso assoluto, ma qualche numero da analizzare c’è. Perché oltre al titolo di capolista dell’ultimo mese (26 settembre Crotone-Atalanta, 26 ottobre Pescara-Atalanta) i nerazzurri possono vantare altri indicatori interessanti che certificano la rinascita.

 

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Tiri, occasioni e gol: tripudio atalantino. L’Atalanta nelle ultime 5 giornate ha segnato 7 gol e ne ha subiti solo 2, i tiri complessivi sono stati 48 (quasi 10 a gara) per la bellezza di 33 occasioni da rete costruite (quasi 7 a gara). Se non stessimo parlando di Atalanta si potrebbe pensare a rilevazioni statistiche di chi ha obiettivi dichiarati ben diversi rispetto alla salvezza, ma tanta potenza di fuoco è anche bilanciata da una fase difensiva di ferro che concede solo le briciole agli avversari. Indipendentemente dalla caratura dell’avversario. La formazione nerazzurra ha concesso poco: 38 tiri lasciati agli avversari (10 in meno di quelli a favore), mentre le occasioni da gol registrate dalle formazioni che hanno incrociato la Dea sono soltanto 20. I numeri sono abbastanza stupefacenti.

 

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Possesso palla e precisione: i nerazzurri convincono. Sempre considerando lo stesso range di partite, si vede come la Dea tenga il possesso palla per 23 minuti a partita. Quindi non c’è un possesso fine a se stesso, ma una manovra che cerca sempre di andare verso la porta avversaria per creare pericolo. Anche perché, in tema di gestione della sfera, la Dea è attenta a non perdere il controllo mettendo però pressione agli avversari affinché cali la loro precisione. Nelle ultime 5 sfide l’Atalanta ha perso 135 palloni mentre gli avversari 197, per 119 volte è sta la squadra nerazzurra a recuperare il pallone mentre 114 volte è successo agli avversari. Se consideriamo anche come le azioni manovrate siano state nettamente inferiori (62 fatte, 87 subite) si capisce bene come il nuovo volto della squadra orobica sia questo: tanta intensità, tanta compattezza e attenzione a massimizzare le ripartenze. Perché fare 48 tiri verso la porta costruendo 33 occasioni da gol su 62 azioni manovrate è qualcosa di sensazionale. È vero, ci sono i calci d’angolo e le punizioni, ma se ogni 2 volte che la Dea costruisce, in media arriva un'occasione da gol, la pericolosità aumenta a dismisura.

 

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Unico problema vero: troppi cartellini. La rosa è ampia e a Gasperini le scelte non mancano però l’unico vero problema di queste ultime settimane è rappresentato dai cartellini gialli subiti. In 5 sfide sono state collezionate 12 ammonizioni e una espulsione (a Pescara con il Crotone, rosso a Kessie), e se da un lato ci sono gialli “buoni” come quello di Pinilla per l’esultanza post rigore con l’Inter, dall’altra parte c’è il rischio forte di trovarsi con squalifiche e pedine mancanti tra un paio di mesi. Nelle prime 5 partite erano stati 14 gli ammoniti (sempre con un espulso, Carmona a Genova) ma il nervosismo per i risultati un po’ giustificava. Adesso siamo tutti felici, se anche la gestione dei falli e delle ammonizioni migliora resta poco o nulla da sistemare per una squadra che galoppa davvero.

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