«E l'Atalanta?». Dialogo al bar sulla domanda delle domande

«E l'Atalanta?». Dialogo al bar sulla domanda delle domande
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Lunedì mattina, uno come tanti nel solito bar del centro. Sono davanti al mio caffè e arriva il Bepo che vuole subito un Campari. Alle 8 del mattino.

«Fabio, e l’Atalanta?»

«Pota Bepo, non ha giocato. Cosa posso dirti di nuovo? Aspettiamo Empoli: l’Inter l’abbiamo tritato, ora pensiamo ai toscani...».

«Eh, ho capit. Ma l’Atalanta la fa pensà anche se la zöga mia».

«Non capisco Bepo, spiega meglio...».

«Le quattro vittorie di fila, la partita contro l’Inter e il filotto più importante del campionato italiano non sono cose normali dopo un inizio così stentato. Io all’Atalanta ho sempre creduto e sempre crederò ma stavolta non pensavo si potesse svoltare così subito. Giochiamo bene, facciamo gol e non ne prendiamo. Sembriamo il Real Madrid».

«Esagera mìa Bepo, il Real Madrid...».

«Pota Fabio, tu fai il giornalista e di calcio probabilmente capisci più di me. Però noi tifosi guardiamo le partite e ci divertiamo. A noi è inutile che spiegate transizioni, pressing alto e match analisys o come si dice. Noi siamo alla buona, vogliamo veder vincere sempre la nostra squadra e se i ragazzi ci riescono facendo anche divertire il pubblico è una roba da spellarsi le mani».

«Capito tutto. Però c’è una cosa che non mi è chiara…».

«Cosa?».

«L’altro giorno ho proposto un sondaggio per capire se i tifosi preferiscono la qualificazione alla Champions o la vittoria in Coppa Italia. Oltre 500 voti. Più di sette su dieci hanno risposto che preferiscono il trofeo mentre io ho votato per la massima competizione europea».

«Se non hai vinto quasi mai niente, una roba come la Coppa Italia manderebbe tutti al manicomio. Ricordi le Mura incendiate dopo il quarto posto? Se vinciamo qualcosa le smontiamo a mani nude quelle Mura e le rimettono insieme i tifosi dopo aver dipinto un mattone nero e uno azzurro. Così i colori della nostra città li vedono a chilometri di distanza».

«Pota Bepo, ma la Champions ha la musichetta bella, stadi da urlo...».

«Gli stadi belli si visitano anche da turisti. Le coppe invece vanno conquistate sul campo».

 

 

Davanti al mio caffè macchiato e al Campari del Bepo, arriva anche il Confa. Fa l’avvocato, l’è mai contet ma quando l’Atalanta vince ha gli occhi a cuore.

«Alura Confa? Empoli?».

«È dura, ma possiamo vincere. Però ci son rimasto male per il Bonaventura. Ho letto che anche lui, come Conti e Caldara, è stato colpito dalla maledizione. Mi spiace, non si è sempre comportato bene con di noi, ma un ragazzo di 30 anni che deve stare fermo così tanti mesi è una sfiga enorme...».

«Che sfiga, davvero... Detto questo, però, io in testa c'ho solo l'Empoli. Bepo, Confa: chi la decide?».

«Secondo me Zapata. Sono partite rognose e magari i più talentuosi fanno fatica, quindi le doti del colombiano sembrano quelle migliori».

«Scécc, io penso che sia il momento di Rigoni. Confa ha ragione quando dice di Zapata, ma io credo che il Rigoni prima o poi sarà importantissimo. Poi Fabio, lo hai visto anche te: se gioca poco non può incidere. Diamogli tempo».

«Avete ragione. Posso svelarvi un segreto? Il mercato alle porte già mi irrita...».

«Fabio, non ti incazzare: guarda il Bepo come sorride, per noi conta solo la maglia».

«Pota, la fate facile: qui ogni giorno chiedono se ci sono novità. Sembra l’argomento più interessante dopolo Spread. Faccio fatica a far passare un concetto che invece è molto importante: non è facile migliorare questa squadra. Forse con Perin e Pavoletti in prestito e Gollini a giocare con continuità al pari di Barrow la squadra si migliora, ma ci sono una serie di variabili da considerare. L’è mia öl Monopoli».

«Ecco, hai fatto due nomi. Adesso chiamo il Patrizio e lo aggiorno».

«Fermo Confa, nessuna trattativa! Qui adesso conta solo arrivare il più in alto possibile, i nomi sono idee mie, visto che uno non gioca alla Juve e l’altro è il top per il Gasp».

«Ma il Gasp va al Milan?».

«Bepo, fines ol Campari. Che domande fet?».

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