«L'Atalanta è questa», ha detto Gasp. Ma quale? Quella con la Lazio o con il Milan?
È difficile capire se la vera Dea sia quella di Roma o quella, sbiadita, vista a San Siro. Di certo i nerazzurri possono fare molto meglio
di Fabio Gennari
Diventa difficile capire di quale squadra parlasse Gasperini dopo la sfida con il Milan. Il tecnico della Dea ha detto che «l'Atalanta è questa», commentando la gara con i rossoneri. Il fatto è che, nel giro di quindici giorni, abbiamo visto due squadre molto diverse tra loro.
In casa della Lazio, il 3-4-1-2 scintillante che ha schiantato i biancocelesti è stato da urlo, mentre contro il Milan la squadra, schierata con lo stesso modulo, ha sofferto tutta la partita e non ha mai dato la sensazione di poter rientrare in gara. Nemmeno trovando una rete su calcio piazzato o grazie a un pizzico di fortuna.
L'Atalanta è una squadra che ha dei valori, ma vive un momento di difficoltà. Non può tuttavia essere logico passare da prestazioni super ad altre di così basso livello in pochi giorni. Pare quasi che ci sia un interruttore che accende e spegne il gruppo. Si è passati dal bianco al nero, dal top al flop. Come la squadra lavora a Zingonia, quanto i bergamaschi spingono sull'acceleratore e con quale programma di allenamento lo sa solo chi vede il lavoro quotidiano al Centro Bortolotti. Di certo, qualcosa è successo e urge trovare un rimedio.
I nerazzurri hanno fuori Pasalic e Zapata, ma non parliamo di giocatori che fino a questo momento della stagione avevano incantato. Forse, l'affermazione del tecnico è legata a questo aspetto: i migliori ci sono, bisogna che si ritrovino al top. E che chi ancora al massimo non ci è arrivato, serve che aumenti i giri del suo motore.
Vista così, la situazione è più chiara. Ma continua a essere poco spiegabile un ribaltone calcistico come quello cui abbiamo assistito tra Lazio e Milan, passando per il Lecce. Solo le prossime gare potranno aiutarci a capirci qualcosa in più.