L'Atalanta gioca il Napoli segna. Ma la Dea ha in testa Lipsia
di Xavier Jacobelli
L'Atalanta gioca, ma il Napoli segna. La differenza, fondamentale, sta tutta qui per spiegare la nuova sconfitta interna della Dea che, a Bergamo, in questa stagione, sinora ha inanellato risultati inversamente proporzionali a quelli esterni. Onore ai partenopei, almeno sino a domani sera al comando del campionato insieme con il Milan e in attesa di vedere come andrà a finire con il Bologna. Spalletti guida una grande squadra che merita tutte le chances tricolori consolidate dal successo di Bergamo, pur dovendo fare i conti con assenze importanti, a cominciare da Victor Osimhen. L'impressione è che, inconsciamente o consciamente, la formazione di Gasperini abbia la testa a Lipsia dove, giovedì, l'attende la quarta in classifica della Bundesliga che ha appena maramaldeggiato in casa del Borussia Dortmund, vincendo per 4-1 schierandosi senza un tedesco in campo. Ma non è solo questione di fattore Europa.
La buona notizia della domenica è il ritorno di Zapata, sia pure in panchina, dopo le lunghe settimane d'assenza a causa di un infortunio così serio che aveva addirittura fatto temere che la stagione del colombiano si fosse conclusa anzitempo. E Gasp solo sa quanto l'Atalanta abbia bisogno di ritrovare i gol di Duvan: sono tre mesi che l'Atalanta va in campo senza un centravanti della levatura del trentunenne di Calì che, in maglia nerazzurra, ha firmato 78 gol in 153 partite. Quando è venuta meno l'impressionante media
L'Atalanta crea gioco di qualità, arriva sistematicamente ai limiti dell'area avversaria, ma non concretizza la grande mole della sua azione offensiva in misura adeguata agli sforzi profusi. Su la testa, comunque: nulla è compromesso, anche se il quarto posto ora è sempre più lontano. Ma l'Europa League è fatta apposta per lenire la delusione odierna. Con il Lipsia ci sarà da divertirsi: all'andata e al ritorno. Bisogna crederci e l'Atalanta ci crede.