Le 5 caratteristiche essenziali di un top player atalantino

Le 5 caratteristiche essenziali di un top player atalantino
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La domanda sorge spontanea: che caratteristiche deve avere un giocatore per essere considerato “Top Player” all’Atalanta? Il mercato impazza, le voci si rincorrono ma troppe volte vengono sparati nomi che per una serie infinita di motivi sono lontani anni luce dal mondo nerazzurro. Allora ci siamo chiesti: che caratteristiche deve avere un “Top Player” per esaltare davvero la piazza ed essere determinante nella Dea di Gasperini? Ne abbiamo trovate cinque, fateci sapere se siete d’accordo con noi.

 

 

1 - Uomini, non campioni

Uno striscione apparso in Curva qualche anno fa regala la giusta dimensione di quello che i tifosi si aspettano dai giocatori dell’Atalanta. Il Balotelli di turno, tanto per fare un esempio, non potrebbe mai essere considerato un grande acquisto da una piazza come quella bergamasca: ci sono dei valori che vanno oltre l’aspetto tecnico. All’ombra di Città Alta sono stati applauditi giocatori come Rustico e Muslimovic (con rispetto parlando), quindi non è necessario che arrivi un fuoriclasse, conta moltissimo lo spessore morale. La stagione della squadra di Gasperini ha certamente cambiato le prospettive, ma parlare solo di salvezza è da buoni bergamaschi e l’aspetto fondamentale è non perdere mai il contatto con la realtà: sognare è giusto e sacrosanto ma la maglia dell’Atalanta è un valore che il “Top Player” deve conoscere e rispettare.

 

2 - Abituato alla Serie A

Il secondo aspetto, fondamentale per ridurre i tempi di adattamento, è la conoscenza del campionato italiano di Serie A. In una squadra come l’Atalanta non c’è la possibilità di ambientarsi con calma perché le partite contano subito molto e, soprattutto quest’anno con l’Europa, ci sono tanti appuntamenti che meritano di essere affrontati con il massimo dell’impegno e al top delle prestazioni. Che sia italiano oppure straniero, la conoscenza delle dinamiche di A dev’essere completa proprio per non avere quei problemi tipici (ad esempio) del giovane sudamericano che arriva con tante buone referenze e poi subisce per mesi il contraccolpo psicologico e fisico del lavoro a Zingonia.

 

3 - Giovane e bravo (anche con la lingua)

L’Atalanta, nonostante una marea di offerte e segnalazioni di giocatori che vorrebbero lavorare subito con il Gasp, ha dimostrato di lavorare soprattutto con ragazzi giovani, o comunque nel pieno delle proprie forze. Un “Top Player” dovrebbe essere nato indicativamente dopo il 1990: dal punto di vista finanziario, un investimento importante su un elemento di massimo 26-27 anni darebbe anche la possibilità di costruire intorno a lui un progetto a lungo termine pensando allo stadio nuovo e alla squadra in Europa. La conoscenza della lingua italiana è un altro elemento determinante per lavorare al meglio con Gasp: durante le sedute il tecnico è sempre attento alle indicazioni e la sua “costruzione” della squadra passa da tanti piccoli dettagli quotidiani. Capire al volo ogni cosa è fondamentale per essere subito decisivo.

 

4 - Pronto alla battaglia, sempre

La squadra nerazzurra è arrivata quarta in classifica e ha fatto 72 punti, ma se in 110 anni di storia è la prima volta che succede non è che adesso bisogna pensare di essere diventati il Real Madrid. Chi arriva a Bergamo deve capire che per ripetersi sarà necessario mangiare ancora un sacco di polvere, ci sono tutte le condizioni per farlo senza grandi problemi e con il massimo del supporto esterno della società ma tocca rimboccarsi le maniche e lottare. Tutti assieme. Prendete il Papu Gomez: negli occhi restano le giocate, i gol e gli assist, ma chi ha seguito costantemente il lavoro in settimana ha ben chiaro quanto abbia fatto fatica il numero 10 atalantino per arrivare a fornire prestazioni così importanti.

 

5 - Tanta voglia di farsi travolgere dalla passione

Ultimo ma non meno importante è l’aspetto umano. Bergamo è una città piccola e rispettosa; a differenza di altre realtà molto più “invadenti”, è facile per un giocatore girare in centro senza essere travolto dai tifosi. Qui, però, devi dare tutto. Senza eccessi fuori dal campo e con tanta semplicità sia dentro al rettangolo verde che nello spogliatoio. Il tifoso atalantino chiede solo questo, chi arriva deve trovare il giusto mix tra le giocate decisive e lo spirito battagliero e deve andare fiero di un popolo che al fianco della Dea non manca mai. Conta dare tutto ed essere importanti per la squadra: non è vincere l’unica cosa che conta, ma portare in giro con orgoglio i colori nerazzurri. Sempre.

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