Bicchiere mezzo pieno

Le partite durano 90 minuti e l'Atalanta meritava di vincere: col Pisa è mancato il guizzo

L'eccesso di pessimismo legato al risultato finale è comprensibile solo fino a un certo punto. Nella ripresa, la Dea ha mostrato il meglio di sé

Le partite durano 90 minuti e l'Atalanta meritava di vincere: col Pisa è mancato il guizzo
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di Fabio Gennari

I giudizi, al termine di una partita di calcio, devono tener conto di tante cose. Il risultato condiziona, certo, ma anche la quantità di cose positive (o meno positive) che hanno caratterizzato il match sono da mettere in conto. E se nell'arco dei 90 minuti (più recupero) l'Atalanta ha creato di più, costruito di più, sbagliato di più e fatto lo stesso numero di gol del Pisa, che ha calciato pericolosamente tra i pali di Carnesecchi solo una volta. E non in occasione del gol, causato da Hien con una sfortunata deviazione a centro area.

Possiamo chiaramente disquisire della prima frazione di gioco, approcciata in modo troppo diversa dai nerazzurri. Fino al riposo, la Dea ha costruito solo una occasione con la combinazione De Ketelaere-Scamacca, che ha liberato al tiro Scalvini: invece della stoccata mancina, il numero 42 della Dea ha fatto un movimento quasi innaturale e ha spedito la palla sul fondo. Da ottima posizione. Dietro, la Dea ha rischiato il 2-0 sul colpo di testa si Moreo, che ha visto Carnesecchi dire di no da campione.

Nel secondo tempo, invece, dalle parti di Semper ha grandinato. Gol di Scamacca a parte, c'è stato un momento in cui l'Atalanta ha costruito quasi un'occasione al minuto. Certo, se non segni hai torto, ma bisogna essere obiettivi: con il Pisa ci si aspettava una Dea che creava di più? È successo. Ci si aspettavano tiri e occasioni? Sono arrivate. Ci si attendeva anche la vittoria e quella è mancata, ma nell'arco dei novanta minuti più recupero l'Atalanta ha fatto meglio, è oggettivo. Non ha vinto, ma strameritava di farlo.

Va poi sottolineato come ci sia stata una precisa scelta di costruzione del gioco: verticalità sull'attaccante, che protegge palla e favorisce gli inserimenti dei compagni. Sono automatismi, è il lavoro di Juric per cui serve tempo: i due punti persi danno fastidio, ma il secondo tempo ha mostrato che ci si aspettava. Ovvero occasioni importanti per vincere. Non ci si è riusciti, questo dispiace, ma bisogna guardare avanti.