Le seconde linee e i ragazzi, ora c'è bisogno di tutti: il momento è difficile
La parola d'ordine dev'essere solo una: fare di più. Per il compagno, per il gruppo, per la gente. Per un'Atalanta che non può essere quella di lunedì
di Fabio Gennari
Da un lato c'è la necessità di sfruttare al massimo la rosa a disposizione perché si è in emergenza, ragazzi compresi. Dall'altro, chi non è stato fatto sentire al centro del progetto nei mesi in cui a tirare la famigerata carretta erano sempre gli stessi ora fatica a rispondere subito presente. Anche perché cosa significhi l'Atalanta per la propria gente e quale deve essere lo spirito che anima i calciatori in campo è difficile da capire per chi arriva da fuori.
Detto tutto questo, e senza giudicare o puntare il dito contro nessuno, il gruppo ha tanto di quello che serve per reagire e compattarsi. Anzi, parlando di professionisti che vivono comunque di emozioni e di adrenalina, certe prestazioni fanno scattare pure la molla dell'orgoglio: non possiamo essere quelli. Anche se siamo stanchi.
Si tratta di un concetto che diventa fondamentale in queste situazioni. E allora il meno utilizzato o il ragazzo che scalpita deve trovare il modo di convincere il mister a schierarlo e rispondere presente sul campo.
L'Atalanta ha elementi in panchina che possono aiutare e altri che devono fare di più. Chi conosce a fondo il gruppo, come i tifosi più attenti, capisce bene di chi si sta parlando. I giocatori stessi, che non sono automi capaci solo di andare in campo ed eseguire ma provano emozioni, sono consapevoli che bisogna fare di più.
Al netto di tutto, in particolare del mercato (che è ancora lontano) e del futuro, è fondamentale che adesso ci si riscopra nelle caratteristiche migliori: con il Milan, la prestazione e la reazione contano molto più del risultato. Ma davvero molto di più.