di Fabio Gennari
Questo pezzo lo scriviamo tutti gli anni. Puntualmente, si spera che qualcosa possa cambiare e invece non succede nulla. Però, siccome siamo duri di comprendonio, continuiamo a provarci. Chissà che qualcuno alla fine ci ragioni davvero e comprenda fino in fondo che il mercato aperto mentre le partite ufficiali sono già cominciate è francamente una cavolata pazzesca. Ne parlano tutti, lo dicono in tanti e poi si arriva alle ultime ore delle trattative con un sacco di squadre ancora in pista. Perché?
Non c’è una logica. Anticipare la chiusura del mercato a prima dell’inizio del campionato avrebbe benefici per tutti. Certo, sarebbe necessario trovare un modo per evitare che i mercati aperti possano presentarsi con offerte complicate da arginare quando il mio, di mercato, è chiuso. Un esempio? L’Arabia.
Se là vogliono un giocatore – vedi Retegui -, se lo prendono. Hanno una forza economica esagerata e non si fanno troppi problemi: con questi non devi trattare il milione in più o in meno, al massimo tocca capire i termini di pagamento. Ma pagano.
E allora perché tenere aperto tutto? Paradossalmente, il mercato arabo dovrebbe essere quello che finisce prima. Passato lo spauracchio, che le leghe principali si mettessero d’accordo, con buona pace degli spagnoli che devono fare un continuo esercizio di finanza creativa per tesserare Tizio liberando Caio perché l’anno prima Sempronio ha pesato troppo sul bilancio.
Per colpa di chi spende più di quello che può, tutto il sistema calcio deve ridursi a rincorrere gli “Here we go” fino all’ultimo respiro? Dateci solo un po’ di calcio, tutto il resto è contorno. Fuffa che nessuno di quelli che decidono vuole regolamentare.