Lo strano caso di Miranchuk: non è ancora chiaro in che ruolo giochi, ma è fortissimo
La rete al Crotone è la quinta della sua stagione. Il numero 59 della Dea ha segnato in tutte e tre le competizioni e non smette di stupire
di Fabio Gennari
I colpi ci sono. Lo abbiamo capito in diverse occasioni. Forse ha solo mostrato meno continuità del previsto e non ha mai dato la sensazione che una maglia da titolare debba essere sua. Tuttavia, per Aleksej Miranchuk questa prima stagione con la maglia dell'Atalanta, in un calcio molto diverso da quello russo a cui era abituato, sta rappresentando un ottimo biglietto da visita per il futuro. Chi mastica un po' di calcio e vede le sue prestazioni sarà d'accordo: siamo di fronte a un giocatore di grandissima qualità.
Il problema, per il calcio italiano, è probabilmente solo tattico: dove può giocare Miranchuk? Il numero 59 della Dea anche contro il Crotone ha segnato un gol meraviglioso. Lo ha fatto appena dentro l'area di rigore, su assist di Zapata. Quindi nella posizione di trequartista o seconda punta, dopo l'appoggio di un compagno e con la possibilità di sparare con il sinistro, senza lasciare scampo all'avversario.
Le cose migliori le ha fatte finora proprio nei finali di gare. Contro il Midtjylland è entrato sul 3-0 e ha segnato il poker, contro l'Inter è stato bravissimo a pareggiare i conti con una conclusione dal limite sempre nel finale e contro il Crotone ha fissato il 5-1 in bello stile. Nelle due partite di Coppa Italia giocate da titolare contro Cagliari e Lazio ecco altre due reti decisive per il risultato, da opportunista vero. A Cagliari è stato lui a servire Muriel in occasione della serpentina che è valsa l'1-0.
Forse la posizione ideale è proprio quella di trequartista alle spalle di due punte, ma ormai è chiaro che da qui a fine stagione ci saranno altri spazi da sfruttare in attesa (speriamo) di una normale estate con la preparazione in Valle Seriana e la possibilità di lavorare con Gasperini sotto il profilo tattico per sbrogliare una piacevole matassa che oggi, scacchiere tattico della Dea alla mano, appare ancora molto aggrovigliata.