Il mercato leggero di gennaio (tre anni di ottimi colpi)

Il mercato leggero di gennaio (tre anni di ottimi colpi)
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Il mercato atalantino, nella sessione invernale, è sempre un po’ particolare. Prendendo in esame le ultime tre stagioni, due con Gasperini e la prima con Reja, le operazioni che sono state fatte non hanno mai stravolto in modo significativo il gruppo a disposizione dell’allenatore e, pur riconoscendo che sono cambiati nettamente gli scenari e che oggi la Dea lotta di diritto per un posto in Europa, appare abbastanza chiaro come la società inquadri questa fase come quella dove fare operazioni di sfoltimento di acquisti, più che colpi a sensazione per l’immediato.

 

 

Le entrate più importanti: da Freuler a Mancini. Tra i vari nomi che si trovano alla voce acquisti ce ne sono alcuni che dimostrano come il tempo sia una variabile fondamentale. Remo Freuler è stato acquisto nel gennaio 2016 dal Lucerna, lo svizzero arrivò a Bergamo insieme al difensore Djimsiti e in quella sessione gli acquisti più importanti sembravano quelli di Borriello e Diamanti, che arrivarono a Bergamo per sostituire Maxi Moralez e Denis. Sulla carta, l’Atalanta aveva scelto di snellire la rosa essendo sulla via della salvezza, ma alla fine dei conti sia l’attaccante napoletano che il fantasista attualmente al Livorno servirono (poco) per l’immediato e nulla per il futuro.

La crescita esponenziale di Freuler è molto simile a quella che nel gennaio successivo hanno iniziato Bryan Cristante (più veloce) e Hans Hateboer (un po’ più lenta). Il centrocampista di San Vito al Tagliamento è arrivato a Bergamo quasi nell’indifferenza generale e pochi mesi dopo era già un top player capace di condizionare in modo netto le scelte di Gasperini; l’esterno olandese ha conquistato anche la Nazionale e la sua crescita è stata costante. Nella stessa sessione del gennaio 2017 è stato bloccato anche Gianluca Mancini per due spiccioli dal Perugia e oggi tutti parlano di un ragazzo che è diventato una pedina importante, ambita dalle maggiori squadre italiane.

 

 

La strada nuova, i ragazzi del vivaio. Nel gennaio 2018 non ci sono stati movimenti di rilievo, l’unico acquisto “vero” è stato quello di Rizzo dal Bologna, ma sappiamo tutti quanto poco sia stato importante per la squadra. Se vi ricordate, Gasperini chiedeva una punta, ma la società decise di promuovere in prima squadra il giovane Musa Barrow, classe 1998 che non aveva mai messo piede in serie A. Con 14 presenze e 3 reti il gambiano si è fatto conoscere al grande pubblico e anche in questo caso l’interesse dei grandi club si è subito acceso.

Gasperini, tra una dichiarazione sul mercato e l’altra, tiene sempre in grande considerazione i ragazzi che giocano nelle giovanili e se da un lato è chiaro che la loro promozione (il prossimo sarà Kulusevski) non può sdoganare definitivamente sogni europei, dall’altra dev’essere vista come una polizza vita sul futuro. La verità è che l’unica vera necessità della Dea in questo momento è sostituire Rigoni che è tornato allo Zenit, ma la scelta non va fatta in modo superficiale e deve tener conto della forza dell’attacco (il migliore delle serie A con 39 reti) e della possibilità di inserire qualcuno in grado di crescere accettando le rotazioni. Molto più logico un Caprari, un Brignola o un Di Francesco che un Perotti.

 

 

Il segreto? Nessuna cessione. Ma la vera svolta che si attende, e che sembra certa, è quella sulle cessioni. Il presidente Percassi ha dichiarato che non si muoverà nessun big, dalle indiscrezioni che abbiamo raccolto le partenze riguarderanno solo ragazzi che giocano poco (Valzania, Bettella e Tumminello in prestito mentre Adnan tornerà ad Udine) in modo da lasciare spazio ai giovani della Primavera mentre titolari e prime alternative non si muovono da Bergamo. Quindi dietro si resta così, in mezzo Pasalic e Pessina saranno i due rincalzi di Freuler e de Roon e davanti Barrow la prima alternativa al tridente titolare. Aspettando il sostituto di Rigoni.

Nelle ultime tre stagioni la Dea ha costruito le sue fortune di bilancio con movimenti molto importanti che sono nati spesso a gennaio. Oltre ad aver alleggerito la rosa e il monte ingaggi con le partenze di Denis e Moralez, nel 2016 ha lasciato Bergamo anche Grassi (Napoli). L’anno successivo (il primo di Gasperini) sono partiti Gagliardini (Inter) e Sportiello (Fiorentina) con Caldara che è stato ceduto alla Juventus, ma è rimasto a giocare all’ombra di Città Alta (da segnalare anche le cessioni di Stendardo, Carmona e Pinilla), mentre nel 2017 è toccato a Kurtic (Spal) dopo che era finito in panchina con la promozione di Cristante e Ilicic. Questo modo di operare ha portato una salvezza prima e due fantastiche avventure con Gasperini poi: la squadra oggi è forte e c’è davvero poco da fare. Certo, il sostituto di Rigoni è da non sbagliare, ma bisogna avere grande fiducia.

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