La prima serata stagionale di Champions a Bergamo di questa stagione è stata emozionante. Una scarica di adrenalina forte, quasi inattesa per come si erano messe le cose (con i belgi in vantaggio), ma forse per questo ancora più forte e intensa. Partecipata. Vissuta e sentita.
La rimonta andata in scena ieri sera (30 settembre) ha permesso ai tifosi di sentirsi di nuovo protagonisti. Al fianco della squadra in un momento difficile, in cui le assenze pesano. Una serata che ha confermato (vedendo anche gli altri risultati) che la Dea se la gioca con molte formazioni di livello superiore, ma pure con compagne di viaggio che non sono certo imbattibili.
Tornando all’atmosfera allo stadio, la spinta è stata poderosa. Nel primo tempo, nonostante lo svantaggio, il pubblico ha continuato a cantare e a credere in una rimonta che, minuto dopo minuto, sembrava complicata. Nell’ultimo quarto d’ora poi è successo di tutto, il pareggio su rigore è stato seguito da uno spavento enorme su retropassaggio sbagliato di Musah, ma anche in quel momento si è sentita la carica della gente. Anzi, forse è stata ancora più forte. E poi il delirio da quel calcio d’angolo che Sulemana ha prima ottenuto, trasmettendo una scarica di adrenalina collettiva.
Certo, non è stato tutto rose e fiori. Lookman qualche fischio se l’è preso (era prevedibile e comprensibile): serviranno tempo, prestazioni e gol per cambiare le cose. M tutto è passato in secondo piano dopo il gol del 2-1. In quel momento tutti hanno capito che dovevano e potevano fare la loro parte. Ogni singolo stop, ogni centimetro di campo percorso dai bergamaschi con la palla tra i piedi e lontano dai pericoli sembrava un gol nella finale dei Mondiali. Rimesse dal fondo e rinvii, sfumature di colore dentro una gara che non è stata bella sul piano calcistico, ma lo è stata tremendamente dal punto di vista emozionale. Contava vincere e s’è vinto.