di Fabio Gennari
In questi momenti, soprattutto in questi momenti, bisogna cercare di guardare la realtà dei fatti. Senza preconcetti, senza esagerazioni, dando il giusto peso alle cose.
L’Atalanta è arrivata nona nel maxi girone di Champions, il Bruges 24°. L’Atalanta ha segnato 20 gol nelle prime 8 partite, il Bruges 7. I bergamaschi avevano incassato 6 reti, i belgi 11. Il play-off ha ribaltato ogni pronostico, perché il Bruges ha fatto qualcosa che non aveva mai fatto prima: 5 gol in due gare e l’Atalanta appena 2. Ha vinto in casa e in trasferta, la compagine belga è stata più brava pur non essendo la più forte: onore a loro. Ma succede, l’Atalanta 2023/24 “Europa League Edition” lo dimostra.
Nei 180′, la Dea ha colpito tre pali, ha sbagliato un rigore e si è divorata diverse grandi occasioni. Il Bruges invece no e a Bergamo ha segnato tre gol con quattro tiri in porta. Passando dal possibile 1-2 allo 0-3 nel terzo minuto di recupero del primo tempo. Vedendo la Dea sbagliare il punto del 2-3 al 60′ su rigore. Lì la partita è finita anche nelle sensazioni dello stadio. Ma, a mente fredda, la gara si è davvero chiusa con il terzo gol dei belgi. Ed è un grave demerito prendere tanti gol in due partite difendendo così male in tutte le occasioni. Perché in Champions ti puniscono. Subito.
A ben guardare, la perdita grave è stata quella di Hien. Gasperini ha riproposto Toloi con Djimsiti centrale e Kolasinac braccetto a sinistra, ma il primo tempo è stato molto, molto negativo. Mettiamoci anche Ederson che sul 2-0 ha fatto passare troppo facilmente l’avversario. Sono colpe gravi di chi ha organizzato la protezione di Carnesecchi. Per questo la sconfitta è meritata, magari non nel punteggio ma nella sostanza sì. E l’Atalanta esce dalla competizione molto più delusa di quello che si può pensare. Perché si lavora tutto l’anno per giocare questo trofeo e abbandonarlo così è davvero dura da digerire.